Cronache, Salone del Libro 2023

Il futuro secondo Javier Cercas


Sofia Natella e Vittoria Bianco

Liceo Vittorio Alfieri - Torino

Il Salone del Libro di quest’anno propone all’Oval un nuovo spazio: il bosco degli scrittori. Si tratta di un ambiente allestito proprio come un bosco, provvisto di un ruscello e di più di duecento esemplari di piante, in cui il pubblico può assistere alle conferenze sedendosi su apposite panche in legno disposte ad anfiteatro.

Il primo giorno del Salone del Libro di Torino, si è tenuta l’intervista di Javier Cercas da parte di Helena Janeczek intitolata Il mondo che verrà, in collaborazione con Guanda, per discutere sul tema del futuro. Il discorso spazia su ampi temi mantenendo però il nocciolo della questione:  forse quello che esiste davvero è solo il presente.  Secondo Cercas il passato ci comunica moltissime cose riguardo il futuro; la storia infatti, non si ripete mai esattamente uguale, ma con le stesse identiche maschere: è una ripetizione degli stessi errori, se infatti c’è qualcosa che l’esperienza ci insegna e che non si impara mai nulla da essa. 

Egli dipinge la storia come la maestra del presente e il passato come un’arma potente per il potere, che può essere utilizzata come una semplice successione di manipolabili eventi.

Avvalendosi di questa teoria Cercas espone la sua visione dell’attuale situazione in Ucraina, prodotto della medesima maschera di manipolazione, che da parte della Russia,  vuole giustificare e legittimare lo stato presente delle cose. 

L’incontro si conclude poi con l’intervista da parte della redazione del Bookblog, chiedendo in che modo la letteratura possa influire sulla cronaca degli eventi futuri e cosa potremmo fare noi individualmente. 

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