Cronache, Internazionale Ferrara 2022

Cambiare fa paura


Giulia Benazzi, Giorgia Loffredo


Dal 1978 la tutela sociale della maternità e la prevenzione dell’aborto sono garantite dalla legge 194: questo in teoria, in pratica non è proprio così. A parlarne sono la giornalista femminista Giulia Siviero, moderatrice dell’evento, Yasmine Ergas, giurista e sociologa statunitense, Tiziana Triana, direttrice editoriale di Fandango Libri e Marta Lempart, attivista polacca per i diritti delle donne e la democrazia, in occasione della seconda giornata del Festival Internazionale 2022 al Cinema Apollo. Testimonianza dei problemi che si verificano quando il diritto all’aborto viene negato sono alcuni dati qui di seguito riportati. A Malta, unico paese europeo dove l’aborto è ancora totalmente illegale, una cittadina statunitense ha rischiato di morire in seguito al rifiuto dei medici di praticarle l’interruzione volontaria di gravidanza. La situazione non è migliore in altri Stati, come Polonia, Usa e Italia, dove abortire non è sempre consentito. In Polonia ogni mese perdono la vita molte donne a causa della mancanza di ospedali e della carenza di sicurezza in sala operatoria. Per quanto riguarda gli Stati Uniti invece, dopo l’eliminazione della garanzia costituzionale del diritto all’aborto, è esplosa una vera propria guerra giurisdizionale tra Stati favorevoli e contrari a questa pratica. In questi ultimi tempi il governo americano si sta attivando per concedere questo diritto a ogni donna. Interessante è il fatto che l’aborto sia diventato motivo di mobilitazione sia da parte delle organizzazioni femministe, sia a livello di Governo federale progressista che di singoli Stati. Al contrario, vi sono anche Stati che pretendono di negare l’accesso all’interruzione di gravidanza.

La giurista Triana ha poi voluto spendere alcuni minuti anche sull’obiezione di coscienza, ossia il rifiuto di sottostare a una legge che si ritiene ingiusta perché è inconciliabile con i principi morali di chi la deve applicare. In generale, le situazioni dei vari Stati sono tutte estremamente complicate ma, come mai non è stato fatto nulla, soprattutto negli Stati Uniti, per definire una legislazione precisa che garantisse questo diritto? Negli USA i diritti sono estrapolati dalla carta dei diritti civili e non specificati, non esplicitati: ecco il punto debole su cui, attualmente, si sta soffermando la riflessione della Corte Suprema. 

Una donna libera possiede il controllo del proprio corpo e del proprio futuro. Di conseguenza, il patriarcato capitalista dovrebbe reinventarsi perché ancora considera la donna come una figura relegata all’ambito domestico alla quale addossare la maggior parte delle responsabilità dei figli. 

Se cambia questo, deve cambiare tutto. E ciò, inevitabilmente, fa paura.

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