Cronache, Salone del libro 2021

Un Dante mondiale


Giacomo Bosco e Giovanni Laio, tutor ex-Alfieri


Un boato di applausi accoglie il professore Alessandro Barbero e l’editore Giuseppe Laterza all’Auditorium del Salone del Libro. L’occasione dell’incontro è l’anniversario dell’uscita del libro “Dante”, che a un anno dalla pubblicazione ha già venduto quasi duecentomila copie. Barbero risponde e dialoga con il suo editore affrontando i temi più disparati: il primo argomento trattato è quello del rapporto tra l’autore e il pubblico a cui quest’ultimo intende riferirsi. Barbero afferma di scrivere i suoi libri pensando ai lettori in un’ottica generale, adattando di conseguenza l’approccio all’argomento, pur non tradendo un tipo di scrittura di carattere storico- analitico. In particolare il libro “Dante” si presenta sia come un’opera utile nell’ambito della ricerca storica sia come una lettura rivolta ad un pubblico più ampio possibile. Pubblico che, non bisogna dimenticare, è costituito da una larga fascia di lettori esteri: se per un Italiano il titolo “Dante” accompagnato sulla copertina dal nome Barbero chiarisce subito il taglio storico dell’opera, questo non è scontato per le testate estere, che quindi, a volte, sentono la necessità di dover introdurre dei sottotitoli esplicativi.

Inoltre Barbero sottolinea che fuori dall’Italia la percezione della figura di Dante muta decisamente. Infatti per comprendere la sua  mentalità, le sue azioni e i suoi scritti occorre avere una conoscenza di base del contesto sociale e storico in cui Dante vive. Barbero per ovviare a questo problema ha quindi scritto, su richiesta degli editori esteri, delle prefazioni per avvicinare i neofiti alla materia. Ad esempio per coinvolgere maggiormente i lettori inglesi Barbero cita celebri autori conquistati dal fascino di Dante come Eliot e Joyce.

Barbero chiude il suo intervento auspicando che in futuro si riescano ad abbattere quelle sovrastrutture che il Risorgimento italiano ha costruito attorno alla figura di Dante. Egli, eletto a padre della patria e visto come dispensatore di precetti morali assoluti, viene descritto da Barbero nella sua umanità e quindi anche nei suoi difetti. Dall’incontro con i diavoli Malebranche nelle bolge infernali capiamo che la sua vita politica non deve essere stata esente da corruzione e compromessi, grazie ai quali riesce ad ottenere anche la carica di priore.

Inoltre, superando l’idea egoistica di un Dante solo italiano, Barbero vuole dare nuova luce alla lettura delle sue opere, così che possa essere  apprezzato e compreso a livello mondiale.

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