disegno di Giulia
Cronache, Salone del Libro 2023

Kamishibai: “dramma di carta” degli anni 30′


Matilde Battaglia e Sofia Bechini

Liceo classico Vittorio Alfieri - Torino

Conoscete la parola kamishibai? Oggi, in occasione della prima giornata della XXXV edizione del Salone del Libro di Torino, siamo al Laboratorio del fumetto del Bookstock per scoprirlo. L’attività a cui stiamo assistendo è Lo spazio dell’immaginario, qui i ragazzi dall’età compresa tra i 14 e i 16 anni della scuola media Modigliani di Torino e della scuola superiore Vittone di Chieri si sono cimentati nella creazione della propria storia ritagliando oggetti tratti da quadri famosi. È un progetto nato dalla casa editrice bolognese Artebambini, che si occupa di pubblicare libri per l’infanzia e di tenere corsi di formazione per gli insegnanti. Grazie a loro, i ragazzi hanno trascorso una divertente mattinata all’insegna della creatività, come Giulia che ha pensato di rendere più leggera la tristezza emotiva di Marilyn Monroe, ritratta nel quadro del celebre Andy Warhol, con una pipa.

Kamishibai è un termine giapponese composto da kami carta e bai dramma.

Nasce come nuovo lavoro durante un periodo difficile come lo è stato quello della Seconda guerra mondiale, durante il quale molte persone, i kamishibaia, giravano per le strade della città con le proprie biciclette e richiamavano l’attenzione del pubblico con dei bastoncini di legno.

I bambini, incuriositi da questo suono, pagavano per ascoltare la storia, che veniva raccontata con un supporto di legno, il butai, e delle tavole che riportavano di fronte l’immagine e sul retro il testo.

Le storie, avendo uno scopo educativo e di propaganda, non erano riservate solo ai più piccoli, ma anche ad altre fasce d’età.

A poco a poco l’attenzione del mondo occidentale rivolta verso i kamishibai è stata sostituita dall’interesse verso la televisione, che oggi in Giappone viene chiamata Denki Shibai per ricordare uno strumento che ha caratterizzato un intero periodo storico. Anche se il kamishibai ha perso la propria attrattiva, noi continuiamo ad avere bisogno di un mezzo di intrattenimento per distrarci nei momenti difficili.

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