“Il titolo è una faticosa confessione”. Inizia così la presentazione dell’ultima pubblicazione Volevo essere un uomo (Einaudi) di Lidia Ravera, scrittrice e giornalista femminista, tenutasi venerdì 16 maggio 2025, al Salone del Libro di Torino. L’autrice ha dialogato con la filosofa Maura Gancitano, autrice di Erotica dei sentimenti (Einaudi), e ha ripercorso, durante l’incontro, diversi momenti della sua vita che l’hanno portata a scrivere quella che lei definisce “una biografia collettiva”. Il libro, infatti, è un percorso attraverso gli episodi di discriminazione maschilista che la scrittrice ha vissuto sulla sua pelle dall’infanzia fino ad oggi, ma assume un carattere condiviso da molte altre donne, che si riconoscono nelle amare parole di Lidia Ravera.
Una cosa è certa: Lidia voleva (e doveva) nascere uomo. Gliel’hanno sempre ricordato tutti, a partire da sua madre che, delusa, non perdeva mai l’occasione di ricordarle: “Certo potevi almeno essere un maschietto, visto che la femmina ce l’avevamo già”.
Ancora oggi, a distanza di tanti anni, si sente “figlia di un errore”. Nella generazione di sua madre avere figli era un obbligo. Avere figli maschi una botta di orgoglio. Ravera, così come tante altre donne della sua epoca, non si sentiva ascoltata, ma ha sempre avuto una grandissima voglia di parlare: sapeva cosa dire, come dirlo e soprattutto sapeva ancora prima di parlare che lo avrebbe detto bene. L’unica cosa che la fermava erano gli uomini: per loro c’era sempre spazio, per lei mai; loro potevano sempre parlare e venivano sempre considerati mentre lei no. E così, tante volte, è stata zitta, nonostante credesse da sempre nel potere della comunicazione. Lei stessa spiega che ama ciò che fa: raccontare, raccontarsi e partecipare a incontri. Tutto con un unico scopo: rivendicare, passo dopo passo, la figura della donna agli occhi della società. E’ consapevole che i suoi libri non siano altro che una piccola goccia in un vasto mare, ma riconosce l’importanza del suo compito, perché “finchè al mondo ci sarà almeno una donna che è discriminata in quanto donna, io non sarò libera”.