Cronache, Salone del Libro 2024

Un sogno chiamato Parigi


Ottavia Mosca e Anita Mosso

Vittorio Alfieri - Torino

Un sogno chiamato Parigi: ecco cosa accomuna i tre protagonisti dell’intervista tenuta oggi, giovedì 9 maggio nella sala olimpica, da Giulia Zonca, giornalista sportiva per La Stampa, che segue i più importanti eventi sportivi internazionali. 

Nicolò Martinenghi nuotatore professionista specializzato nello stile rana, già campione olimpico a Tokyo 2020; Donato Telesca, pesista classificatosi al sesto posto nelle scorse Paralimpiadi;  Antilai Sandrini campionessa di break dance che partecipa ai giochi olimpici per la prima volta, così come la sua disciplina, nata a New York negli anni settanta come scontro tra gang: sono questi gli atleti, qualificati alle Olimpiadi di Parigi 2024, che hanno discusso con lei diverse tematiche riguardanti il mondo dello sport. 

Martinenghi e Telesca, avendo già partecipato ai Giochi olimpici, si sono permessi di dare alla Sandrini consigli su come affrontare al meglio dal punto di vista emotivo e psicologico un evento di così grande importanza. I due atleti hanno sostenuto, infatti, che per vivere al meglio l’esperienza la si debba affrontare con la stessa mentalità delle gare meno prestigiose, ovvero né facendosi sovrastare dalle forti emozioni né restando completamente tranquilli, perché – come sostiene Telesca – la tranquillità eccessiva a volte nuoce alla prestazione.  

I tre atleti si trovano d’accordo sulla maggior parte degli argomenti  trattati. Il primo ad essere preso in questione riguarda le sconfitte e le vittorie:  ritengono che spesso le sconfitte possano essere di insegnamento quando si è coscienti di aver dato il massimo; in caso contrario, quelle stesse possono portare a enormi rimpianti. Ritengono inoltre che raggiungere la vittoria non equivalga sempre a classificarsi tra i primi posti. 

L’intervistatrice ha fatto un paragone tra i tre atleti sulla questione degli avversari: mentre Martinenghi e Sandrini hanno un contatto diretto con gli altri atleti durante la gara, Telesca svolge l’esecuzione da solo. Il pesista olimpico ha precisato che vive il suo sport come una sfida personale contro se stesso. Così come nello sport, anche nella vita un atleta sfida continuamente  i propri limiti, lui in particolare: infatti all’età di 2 anni, a causa di un incidente dovuto ad un macchinario industriale, ha perso entrambi gli arti inferiori. Il suo obiettivo è quello di dimostrare che ognuno di noi è in grado di superare le proprie difficoltà, che nel suo caso specifico riguardano la sua disabilità. A questo discorso si è ricollegato Antilai Sandrini, raccontando dell’importanza dello sport che le ha fatto capire chi è realmente in un periodo di grande difficoltà e confusione interiore. 

Alla fine dell’intervista i tre atleti hanno rivelato diverse curiosità riguardo il loro approccio al mondo dello sport, in particolar modo riguardo la loro preparazione prima di una gara.

Sandrini, infatti, dato che i due atleti presenti insieme a lei hanno già partecipato ad un’Olimpiade, ha chiesto loro se i due possiedono un mantra, una canzone o una citazione portafortuna . Entrambi sostengono che debbano “spegnere il cervello”, ma in modo diverso: Telesca isolandosi e allontanandosi da ogni distrazione, Martinenghi invece ripetendo due mantra che gli sono stati insegnati dalla sua mental coach.

In conclusione nel corso dell’intervista si è notato quanto, nonostante i tre atleti pratichino sport completamente differenti tra di loro, il metodo di approccio a questo mondo risulti essere molto simile e a tratti identico. 

 

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