Cronache, Internazionale a Ferrara tutto l'anno 2021

Un ambiente migliore per la città del futuro


Caterina Gili, Chiara Massari - Liceo Alfieri, Torino


Oggi più della metà della popolazione mondiale vive nelle metropoli, centri di innovazione ma fonte di disuguaglianze e inquinamento. Non essendoci però un’alternativa a questo modello abitativo, per esaltare i suoi aspetti positivi è necessario crearne una migliore. Intorno a questa tematica si esprimono la presidente del Fondo Nazionale Innovazione del Ministero dello Sviluppo Economico Francesca Bria, l’architetto e designer Michele De Lucchi e la vicedirettrice dell’organizzazione internazionale C40 Cities Caterina Sarfatti durante l’incontro di sabato 17 aprile del Salone di  Internazionale di Ferrara in streaming.

Al centro del dibattito l’importanza dell’ambiente nella progettazione delle città del futuro. Contrariamente a queste, il modello attuale non è sostenibile perché è caratterizzato da una serie di crisi iperconnesse, tra cui quella ambientale. Questa è causata per la metà dal 10% della popolazione mondiale, che vive in condizioni più agiate, ma ricade interamente sulle persone già discriminate socialmente o economicamente.

Occorre  quindi un cambiamento di prospettiva quanto più radicale, che sia in grado di coinvolgere tutti gli aspetti della vita quotidiana dell’individuo e della collettività.

Alcuni degli obiettivi concreti, a cui questo mira e che sono stati indicati dagli ospiti dell’incontro sono l’aumento dell’accessibilità alla mobilità sostenibile e il miglioramento della qualità dell’aria tramite la forestazione. Per metterli in atto è necessaria una collaborazione tra i sindaci e la pubblica amministrazione e l’introduzione di figure con competenze sociali e ambientali all’interno del sistema governativo.

Ciò è stato realizzato a Barcellona grazie al contributo anche di Francesca Bria, che ha posto le fondamenta per la costruzione di una smart city, ossia l’attivazione di un insieme di strategie di pianificazione urbanistica che mirano al miglioramento delle qualità della vita grazie a una serie di innovazioni: ha creato un’impresa municipale di produzione di energia rinnovabile e dei distretti autosufficienti, chiamati superblocchi, volti a recuperare il 60% degli spazi pubblici che vengono trasformati in aree verdi: in queste innovazioni l’intera comunità è stata resa partecipe fin dalle prime fasi progettuali per un coinvolgimento partecipato dal basso.

È stato poi sottolineato come per lo sviluppo delle smart city sia fondamentale il rapporto che intercorre tra queste e le periferie, le smart countryside, che nonostante si configurino come spazi di allargamento delle città, devono rimanere separate da esse senza essere abbandonate. È necessario allora investire nelle piccole realtà, come quelle condominiali, cosicché le giuste relazioni interpersonali, belle e preziose, che qui nascono, possano favorevolmente influenzare anche quelle con tutta la comunità.

In conclusione viene posto come obiettivo finale la creazione di una città policentrica, dove due sono le rivoluzioni più importanti: l’accesso rapido, entro 15 minuti, ai servizi essenziali come fattore di equità e la scelta di mobilità sostenibile tramite l’utilizzo dei mezzi ecologici.

Ora si è solo all’inizio di questo cambiamento, anticipato dal movimento dei Fridays for Future, nel quale i giovani ricopriranno un ruolo decisivo nel realizzare quella che è stata definita dall’architetto Michele De Lucchi una utopia pragmatica.

 

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