Cronache, Salone del Libro 2023

Quello sei tu


Matilde Battaglia e Sofia Bechini

Liceo Vittorio Alfieri - Torino

Forse sostituire un corpo danneggiato con un corpo identico al nostro, ma funzionante, non è una cosa troppo lontana. Questa tematica è stata affrontata nel libro Corpo di Silvio Valpreda, uno scrittore di libri di fantascienza, che insieme ad Antonello Raciti, psicologo e psichiatra e Silvia Casolari, fondatrice del MUFANT, MuseoLab del Fantastico e della Fantascienza, hanno tenuto un incontro sulle Tecnoprofezie alla Sala del fumetto. Durante l’ultima giornata del Salone del Libro di Torino alle ore undici, si è parlato della rivoluzione tecnologica e di come dalla metà dell’ottocento,sia nata la fantascienza. In questo contesto, nasce il progetto di Welfare Culturale con l’obiettivo di trovare delle modalità di intervento per l’incremento di patologie mentali sempre più diffuse tra i giovani in seguito al Covid. Nel Corpo, si racconta di come un ragazzo che, dopo aver perso quasi la vita in un incidente stradale, viene salvato a sua insaputa dalla sua compagna, che decide di sostituire il suo corpo danneggiato con uno nuovo, perfettamente funzionante, ma meccanico. Può sembrare una scelta visionaria, ma non troppo distante, infatti ai giorni nostri sempre più persone sostituiscono delle parti del corpo con altre robotiche. Ma si arriva ad una domanda fondamentale: quanto sono sopportabili queste nuove tecnologie dalla nostra sfera emotiva? Quanto ci privano delle nostre ferite e quindi di noi stessi? Antonello Raciti, che si occupa di fornire percorsi formativi per riabilitare ragazzi con disturbi mentali, cerca di rispondere alla domanda. Secondo lui, riconoscersi allo specchio è una dote innata, ma non equivale a conoscere effettivamente se stessi. Ci sono molte cose che possiamo sostituire con le macchine, ma altrettante sono insostituibili, come la capacità di provare dolore, di sentire gli odori o di avere dei valori.

Nonostante la tecnologia possa aiutarci in vari modi, non potrà mai sostituire pienamente l’essere umano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *