Cronache, Dedica Pordenone 2024

Premiazione degli studenti vincitori del concorso Parole e immagini per Arturo Perez -Reverte


Sara Feltrin

Liceo scientifico M.Grigoletti - Pordenone

Lunedì 18 marzo 2024, l’ex convento San Francesco di Pordenone ha ospitato la premiazione dei lavori vincitori del concorso “Parole e immagini per Arturo Pérez-Reverte”. Qui l’autore, protagonista della trentesima edizione di Dedica Festival, ha incontrato gli studenti delle 7 scuole superiori che hanno partecipato al progetto: i licei Leopardi-Majorana e Michelangelo Grigoletti di Pordenone, Le Filandiere e ISIS Paolo Sarpi di San Vito al Tagliamento, il liceo Galvani di Cordenons, il Pujati di Sacile e l’Istituto Torricelli di Maniago.

Gli alunni presenti in sala erano, infatti, solo una rappresentanza dei 700 ragazzi che quest’anno hanno condotto un percorso di lettura dell’autore e che hanno avuto la possibilità di partecipare al concorso, che invita a tradurre le emozioni suscitate dalla lettura di alcune opere di Arturo Pérez-Reverte nella forma che preferiscono, attraverso il testo scritto, la produzione grafica o multimediale. Quest’anno sono arrivati un totale di 125 elaborati di elevata qualità che hanno reso molto difficile la scelta dei vincitori. 

A condurre l’incontro Daniela Gasparotto, con l’aiuto di Annamaria Coviello e Annamaria Manfredelli. Con loro sono saliti sul palco anche Paola De Giorgi, consigliera del Comune di Pordenone, Massimo Drigo, delegato Bcc Pordenone e Monsile e Alessandro Meneguzzi  per Coop Alleanza 3.0.

Le premiazioni dei lavori vincitori del concorso sono introdotte da una breve presentazione.

Per quanto riguarda il biennio per la scrittura sono state premiate ex aequo Angelica Foscari Widmann Rezzonico (2^D classico, liceo Leopardi Majorana) con “Il nostro territorio comanche” e Chiara Poletto (1^A scientifico, liceo Michelangelo Grigoletti) con “La fine perfetta”. Per la sezione linguaggio multimediale sono stati premiati due fratelli, Francesco Zuccarelli (1^A scienze applicate, liceo Michelangelo Grigoletti) e Alessandro Zuccarelli (3^Bia, Istituto tecnico Kennedy) con il booktrailer “Il cecchino paziente”.

Per il triennio, invece, nella sezione scrittura sono state premiate: una lirica in lingua originale “Un soldato, un destino, un deseo” di Martina Luna Albarado (3^I, licei Le Filandiere), Martina Trevisan (4^B scientifico, licei Le Filandiere) con “Eredità” e Emma Piaia (5^B linguistico, liceo Pujati). Per il linguaggio visivo Giada Falcomer e Klarissa Sefa (3^A, liceo artistico Galvani), ex aequo con Davide Giroldo (3^E, liceo artistico Galvani) con “Il cecchino che osserva”. In conclusione per la sezione del linguaggio multimediale Elisabetta Arghirò, Riccardo Benvenuto, Emanuele Conzon, Mohamed Dhisi, Thomas Pezzot, Michelle Russo e Giada Zoggia (4^A, licei Le Filandiere) con “L’italiano – pace nella guerra”, ex aequo con Melissa Ana Diaconu, Sara Ferracci, Christian Perinot, Riccardo Zangiacomi (5^B linguistico, liceo Pujati) con “Edizione speciale TG5BL”.

Finite le premiazioni l’ospite, Arturo Pérez-Reverte, ringrazia i presenti per il lavoro svolto e per avergli permesso di vederlo da fuori, come spettatore e non testimone diretto, per le proposte intelligenti e per il modo intelligente di presentarle e prima di passare alle domande decide di fare un discorso ai ragazzi presenti in sala. “ Siete giovani e forse non vi siete ancora resi conto che vi mentono continuamente, non è simpatico il territorio in cui vivete, è un territorio ostile e molto pericoloso, popolato da molti malvagi e da un’immensa quantità di scemi.” Con questo l’autore spinge i ragazzi, che dovranno vivere tutta la vita in questo territorio, a riconoscere i malvagi e gli stupidi per sopravvivere, e c’è solo un modo per farlo: la cultura (i libri, i film e l’ascolto degli anziani, segnati dalla lotta contro i malvagi e gli stupidi). Un’importante arma di difesa è, inoltre, il cellulare, che contiene 3mila anni di cultura. Terminato il discorso gli studenti gli hanno posto alcuni quesiti affiorati durante la lettura dei suoi romanzi, che hanno permesso ai presenti di conoscere meglio l’ospite.  

Sono stati trattati molti temi. In principio, il motivo della decisione di Arturo di passare da reporter di guerra a scrittore. “Dopo 22 anni, un giorno, ho capito che avevo fatto tutto quello che potevo fare come giornalista e c’erano anche cose che volevo fare ma il giornalismo non me lo permetteva ” racconta l’autore, che grazie alla sua esperienza scopre nella letteratura il modo più efficace per raccontare storie con lo sguardo dalla prospettiva che gli aveva lasciato la sua vita da giornalista. Spiega inoltre come durante la guerra sia difficile mantenere l’umanità, “quando vivi 20 anni nell’orrore e nel dolore della gente, inizi a considerare queste cose come una routine” e il modo per capire che gli orrori, la violenza e la guerra sono una costante dell’umanità sono i libri, l’unico modo per sfuggire alla geometria implacabile di questo mondo ostile. Facendo riferimento ad alcuni aneddoti del suo passato, Pérez-Reverte ci racconta come tutto nella sua vita l’ha aiutato nella stesura dei suoi romanzi. “Io sono uno scrittore per caso, sono un lettore prima di essere uno scrittore” racconta l’autore, che non hai mai desiderato scrivere romanzi, “mi piace giocare” aggiunge “scrivendo posso fare quello che non ho mai fatto e sono quello che non sono mai stato, o sono quello che ero e che non posso più essere”, affascinato dai lettori che lo accompagnano in questo gioco. “L’atto meccanico della scrittura mi annoia, ciò che mi piace è immaginare”, “costruisco un mondo con la mia immaginazione, una casa in cui ogni stanza è un romanzo” racconta Arturo che con i suoi romanzi ha avuto la possibilità di crearsi un rifugio. L’incontro si conclude, quindi, con l’augurio agli studenti di potersi costruire un mondo dove rifugiarsi a loro volta e dove trovare la propria felicità”.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *