Cronache, Internazionale Ferrara 2023

Non è tutto oro ciò che luccica


Elia Gianella e Giulio Gori

Liceo Ludovico Ariosto e Liceo Vittorio Alfieri - Ferrara e Torino

All’interno della sala 4 del cinema Apollo, il giornalista argentino Daniel Wizenberg fa luce sulla tratta del mercurio, nei meandri della foresta amazzonica. Il tutto è documentato sul suo network giornalistico Late, che si occupa principalmente di problemi riguardanti i diritti umani. 

Questo metallo pesante liquido viene utilizzato dai cercatori d’oro per agglutinarlo ed estrarne grandi quantità sotto forma di pepite. Viene estratto da pietre di cinabro, rilasciando, oltre al mercurio liquido, vapori dannosi per coloro che lo estraggono e in secondo luogo per gli orafi durante la fusione dell’oro. Le conseguenze di questa pratica sono però disastrose sia dal punto di vista ambientale che da quello etico e sociale. Il primo punto analizzato è quello della deforestazione, da cui deriva inevitabilmente una minaccia per le popolazioni indigene che tuttora popolano l’Amazzonia. Queste comunità devono temere la violenza dei cercatori d’oro, che violano i loro diritti territoriali e che in, alcuni casi, uccidono. Inoltre è eccessivamente inquinante per le falde acquifere da cui viene estratto il minerale.

Seppure successivamente alla convenzione di Minamata il mercurio sia stato proibito in quasi tutto il mondo, paesi come la Bolivia tuttora lo estraggono e lo importano illegalmente in Sud America e nel resto del mondo. Venduto a prezzi irrisori in bottiglie, rappresenta una fonte di guadagno redditizia. Una soluzione che, purtroppo, non può essere utilizzata su larga scala, è quella praticata dalla comunità matriarcale di Valle del Cauca, in cui l’oro è estratto tramite erbe che funzionano analogamente al mercurio e che non hanno alcun impatto sull’ambiente o sulla salute dell’uomo.

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