Dopo 18 anni passati nell’anonimato, sotto il nome di Nicolas Barreau, appare per la prima volta al Salone del Libro di Torino Daniela Thiele con il suo nuovo romanzo L’amica della sposa, edito da Feltrinelli. La sala è in fermento, nessuno dei lettori ha mai potuto vedere in faccia l’autrice. Si percepisce l’eccitazione del pubblico di giovani e adulti che i romanzi della scrittrice sono in grado di radunare nella stessa sala.
Un primo momento dell’intervista, condotta da Paolo di Paolo, viene dedicato allo pseudonimo “Nicolas”. Immaginando questa figura come suo padre da giovane, l’autrice ha potuto adottare una nuova visione sulla realtà e sulla scrittura, ricca di libertà e possibilità. Lo pseudonimo, nato dalla necessità della casa editrice Thiele & Brandstätter (fondata e diretta dall’autrice con il marito) di rialzarsi da una pesante crisi, è ormai diventato un brand, nonché parte della loro quotidianità; una che sono determinati a mantenere anche nelle pubblicazioni a seguire la rivelazione.
Come i precedenti, il nuovo romanzo dell’autrice è ambientato in Francia, paese che da sempre l’affascina. “Parigi è un punto luminoso dallo spazio” – cita con un sorriso – così come nel suo cuore, in quanto città del suo primo amore e custode di un segreto familiare. L’amica della sposa ha però inizio in una Parigi in cui piove a dirotto. Il protagonista è un giovane uomo che, per un insieme di coincidenze, si ritrova, suo malgrado, catapultato a un matrimonio particolare, in cui tutto sembra andare storto. L’incontro con un’enigmatica, magnetica, ma anche sfacciata ragazza rossa, cambierà le carte in tavola, portando al lieto fine. Ah, il lieto fine! Sembra un’utopia.
Spesso è stato chiesto all’autrice: “Quand’è che smetterai di essere romantica?”. Per Thiele però, credere nell’happy ending non significa essere ingenui, ma scegliere di vedere il meraviglioso. La fiducia dell’autrice è che la realtà superi ciò che si vede; la nostra vita è plasmata da coincidenze, che la rendono magica.
Daniela Thiele o “Nicolas Barreau” ci regala ancora una volta una storia poetica, originale e che accende i sorrisi.