Per l’atleta paralimpico Andrea Pusateri “I limiti non esistono” e proprio così intitola il suo nuovo romanzo edito da Piemme, presentato al Salone Del Libro 2024. Lo scritto alterna la narrazione del suo percorso nel mondo del ciclismo, al racconto di come affronta la sua disabilità nella vita privata a seguito di un incidente avvenuto all’età di quattro anni in cui ha perso la gamba destra.
Cresciuto a casa dei nonni, grazie a un amico si appassiona alla disciplina ciclistica e inizia a gareggiare in una squadra paralimpica. Questo sport si è presentato come un’occasione per sfidare se stesso e porsi nuovi stimoli. Con il suo talento è stato poi possibile trasformare questa passione in un lavoro che da sempre suscita in lui entusiasmo, grande meraviglia e gratificazione.
Pusateri confessa amareggiato che quasi tutti notano in lui soltanto ciò che gli manca: non è ciò che è assente a definire l’essenza di una persona, ma ciò che possiede.
L’atleta afferma che per raggiungere i propri obiettivi nello sport la forma fisica passa in secondo piano rispetto alla concentrazione e determinazione esercitate durante la performance e gli allenamenti. A dimostrazione di ciò, Pusateri racconta dell’incidente accaduto solo tre mesi prima della Coppa del Mondo a Maniago del 2015, che ha condotto l’atleta al coma per una settimana. Ciononostante, grazie all’incoraggiamento e al supporto del suo compagno di squadra Luca, è riuscito a strappare la vittoria, pur non essendo al massimo delle sue potenzialità fisiche.
A partire dal 2019 si trova a fronteggiare diversi problemi riguardanti la categoria di gara e la federazione a cui faceva riferimento. Così si discosta dal mondo del ciclismo per dedicarsi alle competizioni di Ironman, disciplina sportiva che prevede la distanza più lunga del triathlon olimpico.
La sua carriera si conclude nel 2021 a Barcellona dopo l’Ironman 70.3, tagliando il traguardo con un tempo di 5 ore e 42 minuti.
Nella sfera personale dell’atleta rivestono un ruolo fondamentale i suoi due cani Maya e Sally con cui ha stretto un fortissimo legame. Questi sono stati in grado di cambiargli la vita, facendogli considerare l’invalidità come opportunità, anziché come svantaggio.