Carlo Verdone, attore e sceneggiatore italiano, ospitato alla XXXV edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, il 20 maggio 2023, ci offre una lezione sul cinema neorealista, partendo dall’omonima opera del padre Mario Verdone. Il neorealismo fu un movimento culturale che si sviluppò in Italia tra il 1945 e il 1951 prendendo spunto dai grandi pilastri del verismo come Verga e Zola. Verdone sottolinea come queste date siano soltanto indicative, riferendosi a Mamma Roma di Pasolini, un film degli anni Sessanta. In quest’opera emerge la miseria di quei tempi evidente nella capitale e nei suoi abitanti. Il neorealismo cinematografico mette in luce persone e gruppi di strada che conducono una vita ordinaria nella quale è immediata l’immedesimazione e la riconoscibilità: le trame sono ambientate in massima parte fra le classi disagiate e lavoratrici, e vengono utilizzati spesso attori non professionisti per le parti secondarie e a volte anche per quelle primarie. L’immagine dell’Italia che ne emerge non è edificante ma è sicuramente attinente alla realtà.
Carlo Verdone, nei panni del regista, cerca di trasporre l’elemento comico rovesciato nel tragico, senza perdere il focus sulla difficoltà dell’uomo comune negli anni del Dopoguerra.
Oggi il Neorealismo è ancora presente, ma contaminato dalla spettacolarizzazione televisiva, come nel caso della serie tv Gomorra, nella quale si evince la crudezza degli ambienti malavitosi ma alquanto romanzata.
Tuttavia questo genere nella forma più pura riemerge con prepotenza nel format documentaristico, che Verdone confessa di ammirare particolarmente.
Alla fine della conferenza rinnova il suo impegno nel trasmettere un’immagine fedele della realtà tramite le sue opere e i suoi attori.