-50 anni dal libro di Primo Levi-
Nella giornata di venerdì 16 maggio, nella Sala Viola, si è tenuto l’incontro presentato da Domenico Scarpa, di Davide Longo e Roberta Mori, scrittori rispettivamente dei celeberrimi libri Il caso Bramard e Svegliarsi adulti. Vita di Sandro Delmastro, partigiano e amico di Primo Levi.
La conferenza prevedeva il ricordo del romanzo Il sistema periodico, di Primo Levi, libro che quest’anno compie 50 anni. Questo romanzo si tratta di una raccolta di 21 racconti, ognuno intitolato con il nome di un elemento della tavola periodica che narra la vita di un chimico industriale. La stesura iniziò nel 1946 e si concluse nel 1975, da cui si può notare che gli scrittori necessitano di tempo prima di trovare la chiave giusta di scrittura, come sottolineato da Longo e Mori. Se si dovesse descrivere il libro ad una persona che non lo ha mai letto prima, gli scrittori lo hanno definito come una autobiografia (infatti Levi in ogni capitolo racconta vicende personali, collegate alla sua attività di chimico), una storia di una generazione e di un personaggio, una lotta dell’uomo per dominare e comprendere la materia. E’ stato anche definito come un libro di coraggio, che dà forza fondendo scienza e umanesimo. L’ispirazione della creazione del libro venne dalla liberazione d’Italia, periodo storico segnato dal fascismo e dalla guerra, contrassegnato da un panico generale. Questo stato d’animo Levi lo volle inserire nel titolo del romanzo, infatti il termine “sistema” esprime un senso di complessità e chiusura.
Uno dei temi centrali del libro che accomuna anche Roberta e Davide fu la montagna. Per Levi questo luogo naturale è la sua “trasgressione”. Infatti essendo che ci troviamo durante il fascismo, una tirannia dal pensiero unico, era difficile avere un pensiero proprio, motivo per cui Sandro, il protagonista del capitolo “Ferro”, usa la montagna come luogo di ricerca individuale, leggendo anche libri e quindi scoprendo il mondo, come un posto dove dimenticarsi il presente per vivere in una realtà ideale.
Incentrandosi sul protagonista, Roberta lo descrive come un uomo normale ma straordinario, con una personalità sfaccettata, dove alcuni elementi caratteriali sono stati ripresi dai libri preferiti del personaggio. Inoltre, come insegnamento morale, il romanzo vuole far acquisire al lettore la virtù della pazienza, l’ostinazione, l’autonomia e la resistenza fisica.
L’incontro si è concluso con una lettura di un brano inedito, seguito da un momento di riflessione incentrato sulla frase “cambiare il modo per poter cambiare il mondo”.