Cronache, Salone del Libro 2023

Il futuro del Salone


Giulia Malaguti, Sofia Righetto

Liceo Ludovico Ariosto - Ferrara

In un’atmosfera ironica e vivace, anche se con il sottofondo tamburellante della pioggia, il 19 maggio 2023 al Salone del Libro di Torino avviene il passaggio di consegna tra l’attuale direttore Nicola Lagioia e la futura direttrice Annalena Benini nella Sala Oro alle ore 15.00.

Dalla lettura alla scrittura… gli autori hanno discusso dei loro ultimi libri grazie alla mediatrice Rosa Polacco che ha inaugurato la discussione chiedendo ai due relatori che lettori sono. Ogni scrittore è prima di tutto un lettore, ma quale?

Annalena Benini si delinea come una lettrice con il proposito di trovare un “cammino di avvicinamento alla realtà”. Seppure talvolta il percorso intrapreso sia strano o “storto”, è importante che permetta di osservare con occhi nuovi il divenire, che arricchisca la conoscenza del lettore. Benini vede la lettura come un’infinità di porte da imboccare per sbucare in infiniti mondi ignoti con una costante innocenza, da non confondere con l’ingenuità.

Nicola Lagioia racconta da parte sua come si sia evoluto il suo rapporto con la lettura: dal suo primo contatto coi libri ancora prima di imparare a leggere, passando per i fumetti e poi per le originali lezioni dell’insegnante di inglese del liceo, che gli ha trasmesso la meraviglia di una letteratura sempre nuova, che “ti prende sempre alle spalle”.

Percorsi molto diversi accomunati dalla passione per i libri che riesce far trapelare le loro personalità di scrittori. Scrittori che, raccontando la realtà, ne indagano la problematicità. Le loro ultime pubblicazioni La città dei vivi (Einaudi, 2022) e Annalena (Einaudi, 2023) descrivono infatti realtà particolarmente negative l’uno, positive l’altro, mettendo su carta la complessità del bene e del male.

“Tutte le famiglie felici si assomigliano, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”: attraverso la famosa citazione dell’incipit di Anna Karenina di Tolstoj, Lagioia esprime come il male sia più rappresentativo della natura umana e come la letteratura possa ricordarci che il colpevole è umano, seppur duramente punito. Di tutt’altro avviso è Benini che contrappone alla banalità del male la profondità di un bene tanto viscerale e assoluto verso cui la letteratura non può che tendere.

Due punti di vista diversi, che si incontrano e si confrontano, mostrando la ricchezza culturale di un Salone che il direttore uscente affida a Annalena Benini.

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