Laboratorio, Oltre la notizia

Il Dio Denaro “Sterco del Diavolo”


1B Casa Circondariale "Lorusso e Cotugno"

IIS Giovanni Plana - Torino

Il Dio Denaro “Sterco del Diavolo”

Al mio amico della 131

Hai toccato tanti soldi, i tuoi furti stile Lupin ti facevano sentire invincibile. Donne, champagne, gioco, cocaina fino a quel maledetto giorno del tuo arresto e li iniziava il tuo incubo. Nei tuoi occhi non più soldi, ma tristezza e paura, giornate lunghe e noiose che passano lentamente, le nostre chiacchierate alla finestra, la nostra finestra.

Caro amico mio, i soldi non fanno in pieno la felicità, ti auguro il meglio sono i sacrifici che ti ripagano alla lunga.

Un forte abbraccio con stima e amicizia.

Gian Luca

I detenuti della Casa Circondariale “Lorusso e Cotugno” di Torino, hanno partecipato agli incontri del progetto “Oltre la Notizia”. Diverse le tematiche ascoltate sulle quali si sono aperti dibattiti, ma indubbiamente quella che più li ha toccati da vicino è stato l’argomento denaro.

Lo “Sterco del Diavolo”, così come viene definito, ha condizionato le loro vite, nel bene e nel male.

Oggi pagano pegno e nel vuoto delle loro celle, riflettono su ciò che è stato e su quello che sarà dando origine a pensieri che si traducono in lettere, diari, temi, cartelloni…

Così nasce e si coltiva la scintilla del cambiamento:

“Se la vita è solo l’esperienza che facciamo, allora tutto si trasforma in una corsa folle ad arraffare il più possibile senza freni, ma se i soldi possono aiutarci a soddisfare i nostri bisogni primari e a migliorare la nostra qualità della vita non sono la chiave essenziale per raggiungere la felicità. Dobbiamo imparare a ridimensionare le nostre aspettative e dobbiamo imparare a dare valore alle cose che non si possono comprare, perché la felicità non è qualcosa che si trova in grandi eventi o acquisti costosi. La felicità la si trova nelle cose semplici: il tempo trascorso con le persone che amiamo. le passioni o semplicemente il godere della bellezza del mondo che ci circonda e della LIBERTÀ.”

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