Cronache, Internazionale Ferrara 2022

Gigacapitalisti


Elena Zimelli, Lucia Cavazzini


Digitando la parola “giga” su Internet, sono due le voci che compaiono: la prima si riferisce al prefisso usato in metrologia che, anteposto in questo caso a “capitalismo”, ne moltiplica il valore, la seconda rimanda a gigabyte, elaboratore di dati con una memoria. Proprio da questi due significati, deriva la parola gigacapitalismo che dà il titolo al libro di Riccardo Staglianò, Gigacapitalisti (Einaudi, Torino, 2022) che spiega come le persone aventi immense fortune, definite oscene dall’autore stesso, detengano da sole un grande potere e abbiano un’influenza che un tempo possedevano solo gli Stati sovrani.

Si tratta di capitalismo delle piattaforme, una nuova forma di potere basata su imprese, multinazionali e concentrazione di mercato. Il business si fonda su manipolazione e monetizzazione di dati, per questo è importante saperli governare. Sulla percezione della tecnologia si distinguono due estremi approcci: i tecnottimisti che vedono nelle nuove tecnologie la soluzione a tutto e i tecnopessimisti che le rifiutano e le respingono, talvolta impauriti. 

L’intangibilità della classica “nuvola” rende questi temi lontani dalla nostra vita quotidiana e per questo tendiamo a sottovalutarli. In realtà non si tratta solo di dati, è un problema concreto e comune: basti pensare al portale AirB&B, che, con il pretesto di mostrare spazi di privati in affitto, regola in modo illegittimo l’oscillare dei prezzi. 

Le imprese che prima davano importanza a capitalizzazione, ma anche a tasse e forza lavoro, ora hanno come priorità solamente le quotazioni in borsa. Pagare le tasse e la forza lavoro erano contributi che garantivano la distribuzione delle ricchezze nella società, ora invece sono percepiti dai multimiliardari come zavorre e rappresentano spese da evitare per massimizzare il patrimonio personale a discapito delle masse.

Tutti questi sono però fenomeni di cui oggi non si parla abbastanza, trascurati anche dalla politica, come concordano Francesca Bria e Riccardo Staglianò.

 

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