Cronache, Salone del Libro 2023

Fehida: una storia di mafia


Giaime Laurenti e Giulia Lomartire, 1D

Liceo Classico Alfieri - Torino

Consiste in un’unione tra il sacro e il criminale”: viene così definita la ‘ndrangheta da Tommaso Renzoni e Raffaele Sorrentino nel corso della presentazione del loro fumetto Fehida, edito da Minimum Fax. Ispirato a fatti reali, narra com’è vivere (e morire) in un contesto di ‘Ndrangheta, una delle mafie meno raccontate, ma caratterizzata da infiltrazioni in tutto il nord Europa. La storia segue le vicende di due famiglie rivali coinvolte nella strage di Duisburg del 2007, in cui morirono sei persone. I due autori hanno appunto spiegato come la stessa famiglia colpita abbia cercato di pulire le tracce di quanto accaduto perché “la ‘ndrangheta non esiste e non deve esistere”. Inoltre c’è uno stretto legame tra mafia e religione e lo si può cogliere innanzitutto considerando che San Michele Arcangelo è considerato da loro come protettore. Questo sistema ha una struttura patriarcale molto pressante ed infatti quella raccontata nel fumetto è una storia prettamente maschile, in cui gli autori hanno deciso di inserire due personaggi inventati che si distaccano da questo panorama criminale. I due ragazzi sono omosessuali e questo non viene assolutamente accettato all’interno dell’organizzazione mafiosa. Il titolo deriva da un termine dell’antico diritto tedesco che significa “offesa con il sangue”: indica una canonizzazione della violenza, ossia un uso giustificato di questa entro certe norme, che è la prima delle regole di questo sistema.

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