18 maggio 2025, Cronache, Salone del Libro 2025

Andrea Camilleri: il vero erede della scuola siciliana


Arturo Druella, Sofia Tarchiani

Liceo Classico V. Alfieri - Torino

Il puer Siciliae, lo stupor mundi della letteratura italiana, quest’anno avrebbe compiuto 100 anni. In questa occasione, si sono riuniti sul palco dell’Auditorium al Salone del Libro per raccontarcelo attraverso i loro occhi: Alessandro Barbero, Luciano Canfora, Antonio Franchini, Antonio Manzini, Vanessa Roghi e Chiara Valerio. 

Maestro di scuola e di vita, questo è il ritratto dato da Antonio Manzini, autore della prefazione di “La forma dell’acqua”. Nella lettera introduttiva, Camilleri non solo è presentato come un amico con cui condividere una pizza o quei testi che passeranno alla storia, ma anche una persona modesta e inizialmente ignara del successo che avrebbe riscosso. 

Invece le sue opere sono passate di mano in mano dalla Sicilia fino alle montagne del Piemonte, dove un giovane Alessandro Barbero trascorreva i pomeriggi d’estate ad ascoltare le sue “Interviste impossibili”: colloqui irrealizzabili in cui i più grandi letterati contemporanei dialogano con personaggi storici appartenenti a epoche precedenti. Difatti, l’autore di “La concessione del telefono” è stato un genio poliedrico, facendosi strada tra la scrittura e la sceneggiatura percorrendo anche la regia e la drammaturgia. Da ciò ne è rimasta ammaliata Vanessa Roghi, che ha potuto confrontarsi con lui sulla realizzazione di un copione e apprendere da questa esperienza il suo metodo di lavoro: infatti, Camilleri riusciva a far entrare le persone nel suo vissuto così come lui stesso entrava nei documenti storici. Un metodo, secondo Luciano Canfora, quasi manzoniano: capace di valorizzare eventi ritenuti marginali e “come l’orco della fiaba” di “ricercare l’odore umano” e di “riportarlo nei suoi testi”. 

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