9 maggio, Cronache, Salone del Libro 2024

La famosa copertina blu: storia della Sellerio


Adele Guandalini, Abigail Omoh

Liceo L. Ariosto - Ferrara

La sala blu giovedì 9 maggio ha ospitato la prima delle quattro conversazioni sull’editoria tenute dalla presidente dell’Adelphi, Teresa Cremisi che ha avuto come ospite Antonio Sellerio, direttore dell’omonima casa editrice. I due hanno espresso opinioni contrastanti sul cambiamento avvenuto negli ultimi anni nel loro ambiente lavorativo: Sellerio ritiene che, per quanto nulla superficialmente appaia diverso, si siano verificati svariati cambiamenti; Cremisi invece afferma che il mestiere dell’editore sia rimasto stabile, ma ad esso si siano aggiunte delle novità.

Durante tutto l’incontro è stato richiamato il concetto di strabismo intellettivo, ovvero la capacità di un editore di porre lo sguardo contemporaneamente sull’aspetto emotivo e su quello commerciale di un libro per comprendere il suo rapporto con la linea guida del catalogo, cioè l’insieme dei libri pubblicati da uno specifico editore. Quest’ultima non è arbitraria, ma nasce grazie al giudizio dai lettori che guidano le decisioni degli editori, i quali hanno il dovere di osare nelle loro scelte. Un esempio è il libro Una vita come tante (Sellerio, 2015) di Hanya Yanagihara, che pur affrontando temi inediti per l’editore e rappresentando un grande rischio economico per le sue oltre mille pagine, è diventato un best seller ed ha avvicinato i giovani a questa casa editrice.

Importante per la Sellerio è anche la figura di Andrea Camilleri, celebre ideatore del commissario Montalbano, che, giunto in un momento di difficoltà per la casa editrice, ne ha risanato le casse grazie alle sue frequenti pubblicazioni.

Semplice e riconoscibile è la grafica di questi libri, lodata anche da Cremisi, la cui iconica copertina blu crea un rapporto saldo con il lettore grazie anche al formato quadrotto che permette alla casa editrice di avere prezzi accessibili attraverso un ridotto consumo di carta. Tale formato nasce dopo l’uscita del libro di Leonardo Sciascia, L’affaire Moro (Sellerio, 1978), diventato un caso politico e letterario che a livello editoriale ha riscosso grande successo. La prima edizione presentava una copertina bianca con un’incisione nera e le pagine intonse che causarono grandi disagi ai lettori. Per risolvere questo problema Enzo Sellerio, fondatore della casa editrice, decise di creare quello che oggi è il formato di Sellerio che conosciamo tutti.

L’incontro si è concluso affrontando le caratteristiche fondamentali di un bravo editore con convinzione, sensibilità e flessibilità non deve arrendersi subito al primo insuccesso, ma deve perseverare capendo però le situazioni in cui è necessario cedere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *