“Non sempre quello che è legale è giusto e non sempre quello che è illegale è sbagliato”.
Il nuovo libro noir “Il tallone da killer” di Alessandro Robecchi, edito da Sellerio e presentato al Salone del Libro il 17 maggio, ha come protagonisti due personaggi già presenti nel libro “Questa non è una canzone d’amore”: “il Biondo” e “Quello con la cravatta”.
Questi nomi insoliti, che non lasciano trasparire l’identità dei due uomini, sono dovuti al loro mestiere. Infatti entrambi sono degli assassini professionisti e possiedono un’azienda di omicidi, Snap S.r.l, la quale ha tre regole fondamentali: “La sicurezza prima di tutto. L’omicidio deve sembrare un incidente. Il saldo deve essere pagato entro 24 ore dall’assassinio”. Alessandro Robecchi descrive in modo ironico le dinamiche aziendali e la società odierna molto cinica, nella quale, spesso, il profitto è anteposto ad una vita corretta.
L’autore è riuscito a capovolgere la visione che solitamente i lettori hanno degli assassini. Infatti, visti gli innumerevoli imprevisti che i protagonisti si trovano ad affrontare, il pubblico si impietosisce a tal punto che gli assassini sembrano le vittime stesse. Inoltre, al contrario dei soliti gialli, fino alla fine del libro non si sa se l’omicidio verrà portato a termine o meno.
Lo sfondo della storia è Milano, città natale dello scrittore, che, seppur molto amata da lui, è ricca di diseguaglianze: “In questa città vivi bene solo se sei milionario, gli altri devono arrangiarsi”.
Alessandro Robecchi ha rivelato che durante la stesura dei suoi libri non segue veri e propri schemi, ma un solo motto: “Il giallo è come costruire un orologino perfetto con dei meccanismi e metterci dentro dei granelli di sabbia”.