4 ottobre 2024, Cronache, Internazionale Ferrara 2024

Siamo liberi di essere liberi?


Davide Favaretto e Alice Poerio

Liceo Ariosto - Ferrara

“Siamo liberi di essere liberi?” E’ la domanda a cui Jonathan Bazzi, Ewelina Jelenkowska-Lucà, Lorenzo Luporini e Alberto Pellai, ospiti al Cinema Apollo, hanno cercato di rispondere nel corso dell’incontro che si è svolto venerdì 4 settembre 2024 durante il Festival di Internazionale a Ferrara.

L’evento è stato presentato da Federico Taddia e si è articolato su quattro temi: opinione, sicurezza in rete, algoritmo e identità, argomenti su cui alcuni studenti del liceo Ariosto e del Carducci hanno realizzato quattro video.

Il primo filmato ha messo in luce la difficoltà degli adolescenti a esprimere loro stessi a causa dell’opinione altrui quando la personalità non rientra nelle “etichette sociali” che siamo stati abituati a ritenere normali. A tal proposito l’autore Jonathan Bazzi è intervenuto raccontando le sue esperienze durante anni di scuola e le complicazioni dell’integrarsi in uno dei due grandi gruppi in cui la classe si era divisa: quello “dei maschi” e quello “delle femmine”. 

Il secondo ha mostrato quanto la rete possa essere piena di pericoli e come a volte venga utilizzata per manipolarci e renderci dipendenti. L’Europa considera seriamente il problema, come ha spiegato il capo del settore comunicazione del dipartimento digitale dell’Unione Europea Ewelina Jelenkowska-Lucà, che ha parlato delle leggi che regolamentano le piattaforme social e i meccanismi che esse usano contro di noi.

La terza clip ha esposto in modo ironico il funzionamento dell’algoritmo che, utilizzando i nostri dati, ci propone solo video, post e pubblicità di nostro interesse. Lo psicoterapeuta Alberto Pellai ha spiegato come i meccanismi dei social inducano il nostro cervello a rilasciare dopamina, rendendoci dipendenti dal senso di appagamento istantaneo che i brevi filmati ci danno.

L’ultimo intervento, sul tema dell’identità, è stato preceduto dalla visione di un finto diario digitale realizzato da un adolescente costretto a tenere in piedi un falso sé pur di essere accettato dagli altri. Tra i maggiori problemi che rendono i social dannosi per i giovani c’è l’essere costantemente esposti a modelli stereotipati che si sentono costretti ad imitare a costo di rinunciare alla propria unicità. La soluzione proposta è quella di vietare l’uso dei social ai minori di sedici anni, nei quali la corteccia prefrontale non è del tutto sviluppata e ciò non permette loro di mantenere una distanza tra realtà e mondo online. Ciò che preoccupa maggiormente Lorenzo Luporini è l’incapacità di far coesistere in armonia due identità, reale e digitale, senza che l’una sovrasti l’altra. 

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