Cronache, Portici di Carta 2025

Una Storia di luci e ombre


Meritano Emilio, Montrucchio Federico

Liceo classico Vittorio Alfieri - Torino

Il Medioevo non è stato affatto un’epoca buia, chiusa e immobile come per troppo tempo si è voluto raccontare. È un pregiudizio duro a morire, alimentato da programmi scolastici ormai vecchi, ripetuti da decenni senza l’aggiornamento che sarebbe invece necessario. È come se la scuola avesse paura di cambiare prospettiva, prigioniera di una certa pigrizia intellettuale che impedisce di restituire la complessità e la vitalità di quel periodo. Rari sono i manuali che raccolgono le ricerche più avanzate di chi, essendo magari medievista, ha una formazione specifica nel campo. Così, agli studenti perviene un sapere distorto: il Medioevo rimane un tempo di castelli e crociate, ma senza scienza, senza innovazione, senza la vivacità della vita quotidiana.

Eppure, tra l’XI e il XIV secolo, l’Europa conobbe una straordinaria stagione di creatività. Vennero inventati strumenti come la manovella e la biella, che rivoluzionarono il lavoro artigianale; le botteghe si trasformarono in laboratori sempre più ampi, capaci di produrre su larga scala. Nacquero le prime banche e i prestiti con interesse: fu una vera e propria rivoluzione economica. Le città si popolarono, i commerci si allargarono, le donne presero parte alla vita pubblica e produttiva, l’ambiente stesso fu trasformato dall’ingegno umano.

Siamo sempre abituati a semplificare, a valutare le cose in modo dualistico: bene o male, luce o buio. Ma il Medioevo sfugge a queste categorie. Non è stata un’età nera in senso assoluto e nemmeno un’età d’oro da idealizzare. E’ stato un laboratorio di idee, di tecniche, di relazioni sociali: un tempo di chiaroscuri. Riconoscere ciò significa anche imparare a leggere le sfumature del passato.

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