Cronache, Salone del Libro 2022

Salone dei record, il tumulto di Torino


Luca Pasin, Giacomo Bosco


In sala oro, alla conferenza conclusiva della XXXIV edizione del Salone del Libro di Torino Stefano Viale ha ringraziato i partner principali del progetto che hanno reso possibile un’organizzazione degli spazi senza precedenti. Dopo due anni di stop forzato dettato dalla pandemia, anche il Salone come tutto il resto, sembra essere tornato alla normalità. Sono straordinari i numeri riportati da Piero Crocenzi, amministratore delegato della Salone Libro s.r.l. che parla di un incremento del 30% del coinvolgimento degli editori, di più di 20 mila prenotazioni agli incontri, di oltre 2400 giornalisti dislocati nei padiglioni e di un numero di visitatori che sfiora i 170 mila. Ciascuna delle cinque giornate ha superato, in termini di spettatori, il numero rispettivo nei giorni dell’edizione precedente. Sabato 21 maggio c’è stato il record di ingressi in una singola giornata: “tumulto” è la parola utilizzata per indicare il fervore della città di Torino, il cui entusiasmo sembrava in una fase discendente dopo il successo dell’Eurovision che risale a meno di dieci giorni fa. Anche sui social i numeri sono da capogiro con il profilo ufficiale del Salone che raggiunge più di 1 milione e mezzo di interazioni su tik tok, gode di un incremento di 30 mila seguaci su instagram e dei 200 mila like di media su facebook.

Nonostante le cifre però, il direttore Nicola Lagioia sottolinea la qualità e l’eterogeneità dell’offerta garantita da più dei 1400 incontri che ci sono stati di scrittori, saggisti, giornalisti, intellettuali, sportivi e ogni altro genere di professionista che ha portato la propria esperienza e l’ha messa a disposizione di tutti. La multiculturalità, secondo Lagioia, è l’approccio corretto per risolvere i problemi, soprattutto quelli che coinvolgono tutti come la crisi economica del 2008, la pandemia e la guerra iniziata inaspettatamente due mesi fa. Multiculturalità significa empatia, superamento delle diversità e riconoscimento della ricchezza che l’altro può portare e che è ben rappresentata dal Salone nel suo essere un’alta espressione di cultura.

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