Cronache, Internazionale Ferrara 2022

“Raccontare lungo i bordi”: l’incontro di Zerocalcare conclude il festival di Internazionale


Giulia Malaguti e Sofia Righetto


L’atmosfera settecentesca del Teatro Comunale di Ferrara si è intrecciata alle voci del 2022 per concludere domenica 2 ottobre  il Festival Internazionale. Come ospiti “le due teste pensanti” Zerocalcare, fumettista, e Djarah Kan, scrittrice, in una conversazione mediata da Claudio Rossi Marcelli.

Il moderatore ha rotto il ghiaccio chiedendo un parere sulle elezioni del 25 settembre scorso: entrambi gli artisti hanno esposto la loro preoccupazione circa l’assetto politico, economico e sociale. Sono emersi inoltre due dei tanti problemi che affliggono il nostro Paese: da un lato se un governo crea una “cosa orribile”, quello successivo non la smonta, ma al contrario la usa a suo vantaggio; dall’altro risulta sempre più difficile identificarsi e sentirsi rappresentati dai partiti dell’attuale scena politica. Zerocalcare stesso ammette di comprendere la crescente astensione dell’Italia, chiedendosi che senso abbia esprimere la propria opinione ora che tutto pare “vuoto”: “Se fuori c’è il deserto, come può nascere qualcosa dentro?”.

Fin da subito quindi la conversazione si è concentrata sulla visione del mondo dei due artisti, ai quali è stato chiesto di spiegare come la loro origine geografica li abbia influenzati: Zerocalcare e Djarah Kan infatti affondano le loro radici in contesti difficili, ai quali tentano di restituire dignità raccontando, tramite la loro arte, le “comunità” avvolte dallo “schifo” quotidiano. Tra centri sociali e spazi di aggregazione la comunità si munisce di una prorompente forza collettiva nell’ottica di una periferia caratterizzata non da criminalità, bensì da “fermento di solidarietà”.

Altra tematica trattata è stata il razzismo affrontata da una prospettiva  originale: Djarah Kan, essendo donna di colore, racconta con veli di tristezza e indignazione episodi della sua vita in cui si è trovata incapace di accettarsi così com’è. Definendo la sua adolescenza uno “Squid Game dei neri”, in quanto vera e propria lotta di sopravvivenza, ha introdotto il concetto di “immaginazione bianca”: tra l’incapacità di disegnare la propria famiglia – non esistono matite colorate che riproducono la sua carnagione – e una stereotipizzazione fisica e caratteriale delle persone nere, si staglia netto l’immaginario collettivo “colonizzato” dall’Occidente bianco.

Il dialogo si è concluso con una riflessione sui canali comunicativi dei due artisti: entrambi si sono mostrati restii alla diffusione via social, certamente più veloce e immediata, ma riduttiva. Le dinamiche dei media, dovendo far fronte a un’infinità di informazioni, finiscono per limitare i tempi e gli spazi con il rischio di creare contenuti ambigui, attaccabili e in alcuni casi persino estranei alla cifra artistica dell’autore.

Congedati gli ospiti i quasi mille spettatori hanno accolto con calorosi applausi lo staff di Internazionale, che ha ringraziato per la partecipazione e ha dato appuntamento al prossimo anno.

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