Laboratorio, Un libro tante scuole

La prigione della mente


CONTE ELISABETTA, 3A

LICEO SCIENTIFICO GOBETTI - TORINO

Nome Scuola

LICEO SCIENTIFICO GOBETTI

Città Scuola

TORINO

Una cosa che ti ha colpito

Il libro Sostene Pereira di Tabucchi è riuscito fin dalla prima pagina a catturare tutta la mia attenzione. Secondo me è un libro importante per ognuno di noi perché ha l’intento di fare riflettere il lettore che può vivere con il protagonista il suo processo di evoluzione. Cerca di farci capire chi siamo veramente, chi vogliamo essere e soprattutto quali sono gli obiettivi e gli ideali che vogliamo perseguire, fondamento della nostra esistenza.

Una frase del libro da conservare

“E quando il dottor Cardoso uscì dalla porta e scomparve nella strada lui si sentì solo, veramente solo, e pensò che quando si è veramente soli è il momento di misurarsi con il proprio io egemone che vuole imporsi sulle coorti delle anime.”

“Forse perché Marta era diventata così magra che sulle spalle le si vedevano due scapole sporgenti come ali di pollo? Forse perché Monteiro Rossi non aveva un padre e una madre che potevano dargli ricovero? Forse perché lui era stato a Parede e il dottor Cardoso gli aveva esposto la sua teoria sulla confederazione delle anime? Pereira non lo sapeva e ancora oggi non si saprebbe rispondere.”

Forse, forse, non so, sono tutte parole che nel romanzo “Sostiene Pereira” di Tabucchi compaiono frequentemente.L’incertezza e l’esitazione credo siano insite in ognuno di noi: c’è chi riesce a mascherarlo egregiamente tentando di essere determinato e a volte troppo presuntuoso, ma talvolta l’insicurezza traspare nei comportamenti e nei discorsi che teniamo. Pereira è un uomo molto titubante, rimarca più volte il suo non sapere perché compie determinate azioni e questa sensazione lo tormenta ma lo caratterizza. Espone le sue perplessità sul perché aiuta due ragazzi, Marta e Monteiro Rossi, e prova a darsi delle spiegazioni. Nel suo subconscio è sempre presente il costante e irrefrenabile desiderio ma allo stesso tempo rimpianto di non avere figli e forse è proprio questo il motivo che lo ha spinto ad aiutare quei due poveri ragazzi, nonostante perseguissero ideali che lui, a quel tempo, non aveva minimamente considerato.

Spesso si pensa che l’insicurezza possa condurre all’insoddisfazione e al rimpianto poiché senza determinazione viene meno la possibilità di portare avanti le proprie idee e di compiere scelte, il che può implicare la non realizzazione dei propri obiettivi e quindi il fallimento. Pereira però è riuscito a trarre da questo suo apparente difetto un radicale cambiamento interiore. Rossi è per lui come un figlio, è quella scintilla che gli ha permesso di aprire gli occhi ma gli ha dato soprattutto la forza necessaria per riuscire a seguire quell’io egemone che fino a quel momento aveva cercato di soffocare per paura del giudizio. Infatti dopo la morte di Monteiro riesce finalmente a pubblicare un articolo in cui denunciava pubblicamente il fatto avvenuto in casa sua, informando tutti della situazione di repressione e censura che c’era in quel periodo in Portogallo e in Spagna.

L’insicurezza quindi è quel mezzo che ci permette di non agire impulsivamente per timore di essere giudicati dagli altri e molto spesso anche da noi stessi, ma può rivelarsi un punto di forza. Infatti nel corso della vita di ognuno di noi può arrivare qualcuno o qualcosa che ci mette di fronte a due scelte: è proprio questo il momento in cui si deve decidere se continuare a vivere come prima oppure se affrontare ciò che fino ad ora hai sempre temuto, ma considerato giusto. Quando si riesce a superare quel limite che la nostra mente ci impone si possono compiere azioni grandiose di cui beneficiamo noi stessi ma anche gli altri.

 

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