La Peste 2021, Un libro tante scuole

“La Peste” di Camus è un long seller


Enrico Alberto Fornezza


Una cosa che ti ha colpito

Non è l’attualità a dare importanza ai libri, bensì è il ripetersi delle grandi catastrofi a permettere ai libri di insegnarci sempre qualcosa di nuovo

Un’altra cosa che ti ha colpito

Il dottor Rieux, figura che, per la reazione positiva al morbo, si distingue per tenacia ed etica scientifica

Una frase del libro da conservare

“E’ una follia, quindi non durerà”

Ritrovarsi tra le mani ciò che viene ritenuto un classico non è mai semplice.
Ciò che contraddistingue i classici è sicuramente la loro capacità di superare i confini dello spazio e del tempo per condurci nei meandri dell’animo umano e presentarci le sue sfaccettature.
Ma cosa rende “La Peste” di Camus un capolavoro?
Il libro narra il dilagare di un’epidemia di peste in una cittadina poco conosciuta, Orano.
Tra le caratteristiche del racconto che colpiscono per efficacia vi sono senz’altro l’attenta descrizione introspettiva dei personaggi e la puntuale analisi di come la psiche umana affronti le grandi catastrofi: vi è chi si rifugia nella fede come padre Paneloux, chi decide di darsi da fare per contrastare il morbo come il dottor Rieux, chi cerca di fuggire come Rambert e chi ricava benefici dalle disgrazie altrui come Cottard.
In secondo luogo, la riflessione politica ed esistenziale dell’autore concorre a rendere il romanzo un libro intramontabile. È infatti noto come la peste che colpisce la cittadina di Orano sia stata utilizzata dall’autore come metafora per rappresentare l’arrivo e poi la sconfitta del Nazismo, oltre a simboleggiare qualsiasi male che in ogni epoca storica ha minacciato l’umanità.
Infine, altro elemento che rimane a lungo nella mente dei lettori è la risposta di Camus alla constatazione dell’esistenza del male con la creazione del personaggio-narratore dottor Rieux, figura che, per la reazione positiva al morbo, si distingue per tenacia ed etica scientifica. Sempre attraverso di lui, Camus propone come soluzione al problema del “male” la collaborazione tra gli uomini, dopo aver dimostrato che costruire una civiltà perfetta e priva di ogni malignità sia in realtà impossibile e fonte di ulteriore sofferenza.
Molti però ritengono che l’attuale successo di questo libro sia dato unicamente dall’attuale condizione di emergenza pandemica.
In effetti ci sono eventi che ci legano particolarmente al racconto, a partire dalla sottovalutazione iniziale (“E’ una follia, quindi non durerà”) fino alla realizzazione di una possibile via di fuga.
Poi ci si può immedesimare nei personaggi e nelle loro decisioni: Orano assomiglia un po’ alle città uniformanti che fanno parte del paesaggio moderno, caratterizzate quasi unicamente dall’importanza che si dà alla routine e alla quotidianità (“Ad Orano tutto si fa nello stesso modo, con la medesima aria frenetica e assente”).
Quando la malattia arriva, la si scambia per un morbo passeggero, sperando che il semplice ignorarla basti a cacciarla, ma ci si sbaglia.
Come a noi è accaduto, si era convinti – prima – di avere il controllo di ogni aspetto della propria vita e questo ci autorizzava a credere che la malattia potesse essere un incidente di percorso.
Anche quando si è constatato che la pandemia era un fatto reale, l’egoismo dell’uomo non è cessato. Tutti si sono preoccupati di “scappare” e pensare unicamente ai propri interessi, senza soffermarsi a pensare come le loro eventuali azioni o decisioni avrebbero potuto invece supportare la comunità.
Nel libro, come nella realtà, il passare dei giorni acuiva la solitudine; la sola differenza stava nel fatto che noi eravamo dotati degli strumenti per manifestare ai nostri cari il nostro amore e di quanto ci mancassero, mentre i protagonisti del libro erano impossibilitati nel compiere ciò, dato che le linee telefoniche erano sovraccaricate e le lettere erano ritenute veicolo d’infezione.
Il successo odierno della “Peste” di Camus è dunque effettivamente dovuto in gran parte alla possibilità che abbiamo di immedesimarci con efficacia nei personaggi. “La Peste”, tuttavia, era un long-seller anche prima della pandemia di Covid-19: non è l’attualità a dare importanza ai libri, bensì è il ripetersi delle grandi catastrofi a permettere ai libri di insegnarci sempre qualcosa di nuovo.

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