Laboratorio, Un libro tante scuole

Guardava le strisce di luce e di ombra delle persiane del soffitto


Ginevra Gallo

Liceo scientifico Gobetti - Torino

Nome Scuola

Liceo scientifico Gobetti

Città Scuola

Torino

Una cosa che ti ha colpito

L’aspetto che più mi ha colpito durante l’esperienza di questa lettura è stata l’evoluzione del personaggio di Pereira, che si è sviluppata a partire dalla sua quotidianità.

Una frase del libro da conservare

poveri romantici senza futuro

La lettura del romanzo di Antonio Tabucchi è stata fin dall’inizio una piacevole sorpresa, resa anche possibile dall’incisività di ogni carattere. La storia è sviluppata intorno a Pereira, con il quale il lettore entra subito in confidenza, rompendo lo schermo che lo mantiene distante dallo scrittore. 

Il protagonista vive in una condizione particolare, che lui stesso identifica come “limitrofa”. Questo concetto sorge con l’idea di tradurre un racconto di Balzac. La sua scelta ricade su Honorine, perché “credeva che quel racconto sul pentimento sarebbe stato un messaggio nella bottiglia che qualcuno avrebbe raccolto”. Pereira percepisce una singolare affinità con il testo, perché gli sembra che anche lui debba pentirsi di qualcosa; tuttavia non riesce a comprendere quale sia il sottile confine tra percepire una nostalgia di pentimento e provare piacere in quell’idea.

La risposta arriva qualche pagina dopo, quando il dottor Cardoso viene colpito dal racconto, o meglio dalla chiave di lettura che Pereira gli aveva attribuito. In questo punto si ha la massima tensione del concetto di “limitrofa”. Innanzitutto, questa è l’etimologia del termine riportata dal dizionario Treccani: dal latino tardo limitrophus, composto di limes,limitis (confine) e di “nutrire” in greco. Si può già comprendere come Pereira abbia voluto scavalcare il significato base, cercando una connotazione al di fuori di quella geografica, anche se non del tutto. Egli la definisce come una sensazione alla periferia della sua personalità, perché mostra due comportamenti opposti: da una parte la gratitudine di aver vissuto la propria vita, dall’altra la voglia di pentirsene. 

Quante volte ci siamo ritrovati, come Pereira, a non riuscire ad essere grati della nostra vita, perché al tempo stesso eravamo travolti da una tempesta di sensi di colpa? Quante volte abbiamo preferito rimuginare sul passato, solo perché avevamo paura del futuro? Non dobbiamo rimanere rinchiusi in questa trappola di pensiero, perché non è possibile tornare sui propri passi. Il dottor Cardoso è riuscito a dipingere questo messaggio utilizzando un linguaggio semplice, ma allo stesso tempo incisivo: ” smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro”.

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