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“Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi è un romanzo che segue le vicende di Pereira, giornalista di mezza età, nel Portogallo salazarista della fine degli anni ‘30.
Pereira dirige la rubrica culturale del Lisboa, ha abbandonato da molto tempo la cronaca nera. Pereira è un uomo focalizzato sul passato: parla quotidianamente con il ritratto di sua moglie – morta di tisi – e si chiede spesso perché non abbia mai avuto un figlio. Pereira teme anche la morte e riflette su di essa quotidianamente. All’inizio del libro è un uomo mediocre, solitario e inadeguato al ruolo di giornalista. Inoltre, Pereira è infastidito dagli sfarzi della dittatura di Salazar, come ad esempio le feste o le parate. Per di più, il vecchio giornalista è molto abitudinario, in particolare i suoi pasti consistono sempre in omelette con le erbe e limonata.
Lo sviluppo del personaggio di Pereira inizia con un confronto con un suo amico, Padre António, un parroco. Padre António è distrutto interiormente: il massacro di un alentejano ha causato delle proteste e degli scioperi. Pereira, che era all’oscuro del fatto , resta scosso dall’ammonizione di Padre António: “Ma in che mondo vivi, tu che lavori in un giornale?”. Nonostante questo, la routine del protagonista non è modificata da questa notizia, e continua a gestire come prima la rubrica culturale del Lisboa.
L’interesse per la morte avvicina Pereira a un giovane laureato in filosofia di nome Monteiro Rossi. In particolare, Pereira assume il giovane Monteiro per scrivere necrologi anticipati di celebri autori ancora in vita, perché possano essere pubblicati prontamente quando detti autori saranno dipartiti. Narrativamente il personaggio di Monteiro Rossi ricopre molte funzioni. Monteiro Rossi ricorda a Pereira la sua gioventù e assume il ruolo del figlio che Pereira non ha mai avuto, così come lo stesso Pereira osserva, mentre si confronta con il ritratto di sua moglie:
“Ho trovato un ragazzo che si chiama Monteiro Rossi e ho deciso di assumerlo come collaboratore esterno per fargli fare i necrologi anticipati, credevo che fosse molto sveglio, invece mi pare un po’ imbambolato, potrebbe avere l’età di nostro figlio, se avessimo avuto un figlio, mi assomiglia un po’, gli cade una
ciocca di capelli sulla fronte, ti ricordi quando anche a me cadeva una ciocca di capelli sulla fronte?”
Monteiro Rossi e la sua compagna Marta, con le loro idee rivoluzionarie, sfidano i paradigmi e le certezze del vecchio Pereira. Tutti questi fattori, come si vedrà, contribuiranno a far risvegliare Pereira dal suo torpore morale e politico.
I necrologi presentati da Rossi, contrariamente alle indicazioni di Pereira, non solo trattano di autori scomodi per il regime, bensì lo fanno in maniera polemica e politica. Monteiro Rossi persiste nello scrivere in questo modo nonostante le innumerevoli ammonizioni di Pereira, controbattendo di star “seguendo il cuore”. In effetti poi si scoprirà che gran parte del lavoro è stato scritto da Marta. Questo è in linea con le modalità già attivate da Monteiro per la stesura della sua tesi di laurea , che in alcuni passaggi cruciali è una copia di testi di altri filosofi.
Tra i necrologi spiccano quelli di D’Annunzio e Tommaso Marinetti. Rossi denuncia del primo l’adesione al fascimo e del secondo la violenza ideologica e l’avversione alla pace tra i popoli. Pereira reputa questi e simili necrologi inadatti alla pubblicazione in un paese vicino all’Asse come il Portogallo,tuttavia Pereira decide di conservarli.
In questo momento Pereira è lacerato tra ciò di cui crede di aver bisogno e ciò che gli permetterebbe di divenire felice. Quello che Pereira desidera è una vita tranquilla, non essere coinvolto nella politica, ma questo contrasta con il suo desiderio latente di essere un padre, con il suo bisogno di aiutare il giovane Monteiro Rossi e di opporsi al regime salazariano creando un climax all’interno del romanzo.
Pereira si reca dal dottor Cardoso, un medico direttore di una clinica talassoterapica, per trattare la sua cardiopatia.
Arrivato alla clinica, il dottor Cardoso – che è anche uno psicologo – esplicita a Pereira il suo contrasto interiore attraverso una teoria della psicologia francese. Nello specifico, secondo questa teoria ogni individuo possiede una confederazione di anime su cui predomina una, chiamata “Io egemone”. Il dottor Cardoso riconduce quindi l’inquietudine di Pereira al fatto che un nuovo Io egemone stia per rimpiazzare il precedente.
Pereira gradualmente inizia a rifiutare il regime salazariano.
Nella clinica del dottor Cardoso traduce un racconto dei Contes du lundi, ossia La dernière classe e lo pubblica sul Lisboa.
In questo racconto lo scrittore francese Alphonse Daudet denuncia spietatamente le conseguenze dell’espansionismo bismarckiano-guglielmino e chiude il racconto patriotticamente con un “Viva la Francia!”.
In effetti, la traduzione di quel racconto ha un sottotesto chiaro, cioè il sostegno alla Francia repubblicana e non all’alleata Germania nazista.
Questa è la prima volta nel romanzo che le azioni di Pereira si oppongono direttamente al regime, seppur forse nemmeno egli stesso, almeno in questo momento, comprenda il significato di pubblicare questo racconto di Daudet.
La presa di coscienza di Pereira continua, e così Pereira inizia a rendersi conto delle violenze e della censura del regime a cui prima non faceva caso. Lo sviluppo del personaggio di Pereira si conclude grazie a Monteiro Rossi. Pereira aveva già aiutato precedentemente il cugino di Monteiro Rossi, un repubblicano nella guerra civile della Spagna, a nascondersi dalle autorità per reclutare alcuni portoghesi nella milizia internazionale. Il cugino è costretto alla clandestinità in quanto il regime salazariano supporta i nazionalisti di Francisco Franco. Quando il cugino di Monteiro Rossi è scoperto e le autorità sono sulle tracce anche di Monteiro Rossi, Pereira ospita il giovane a casa sua, e nasconde i passaporti falsi contraffatti dal cugino.
Non molto tempo dopo, tre individui che si dichiarano membri della polizia politica entrano in casa di Pereira senza nessun documento identificativo, né un mandato di perquisizione. Intimidano e minacciano Pereira, poi interrogano e uccidono Monteiro Rossi. Dopo aver minacciato di nuovo Pereira, se ne vanno.
Pereira si risveglia dal torpore che lo avvolgeva all’inizio del romanzo e finalmente agisce scrivendo un articolo che denuncia l’accaduto, falsificando persino il visto della censura, con l’aiuto del dottor Cardoso.
L’articolo è una denuncia al regime di Salazar, mascherata con sapiente ironia, nonché un necrologio di Monteiro Rossi, e il ritorno di Pereira alla cronaca nera.
Poco dopo, Pereira abbandona il Portogallo usando un passaporto falso del cugino di Rossi.
L’evoluzione del personaggio di Pereira è completa: all’inizio del romanzo era ignaro della morte di un innocente, e quando ne era venuto a conoscenza, non
aveva agito né denunciato l’accaduto. Ma ora, quasi novello Émile Zola, denuncia subito le violenze del regime e il suo ruolo da intellettuale e giornalista si concretizza nell’opposizione civile al regime.
Questo è mostrato sapientemente da Tabucchi anche con il repentino cambio di routine dei pasti di Pereira: per la prima volta dall’inizio del romanzo, durante un pasto non consuma né una limonata né un’omelette alle erbe.
Nel finale, come osserva lo stesso Tabucchi, l’opposizione del regime che all’inizio è solo “estetica” – ossia il rifiuto di balli e feste della dittatura di Salazar – diventa “etica”. La ripugnanza etica verso il regime porta Pereira, alla fine del romanzo, a dover abbandonare il Portogallo. Forse anche per questo il romanzo è stato definito da Tabucchi un “romanzo di formazione alla rovescia”, poiché all’inizio del romanzo Pereira è integrato nella società del Portogallo, mentre alla fine ne è fuori, è costretto ad abbandonarla.
Per evitare di cedere a seduzioni autoritarie e per non dimenticare il valore della libertà e di vivere in uno stato di diritto, leggere Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi è un must.
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