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Sostiene Pereira è un romanzo di Antonio Tabucchi, che racconta la progressiva presa di posizione contro la dittatura di Salazar.
Il romanzo è ambientato a Lisbona e il protagonista è un uomo di mezz’età, non prende posizione nella società e solitario dalla morte di sua moglie, si dedica unicamente a tradurre testi letterari francesi e scrivere i necrologi dei personaggi famosi.
Da intellettuale abitudinario, pigro e indifferente alle violenze, delle intimidazioni e della pesante censura a cui è sottoposta la stampa, Pereira diventa, quindi, un impegnato oppositore della dittatura. Da antieroe, dunque, egli arriva a compiere un gesto di “eroismo” e di ribellione al regime, che diventa un importante momento di riscatto.
Questo libro mi ha colpito molto perché riflette molto su come spesso, nelle società oppressive e con un regime dittatoriale, l’eroe non sempre ha le sembianze e le caratteristiche che ci aspettiamo. Non è come un eroe Marvel, muscoloso, bello, privo di paura, pieno di forza e coraggio. L’eroe di queste società è piuttosto una persona come tutte le altre, dal corpo debole e fragile, con tante paure, dubbi e contraddizioni ma, nonostante ciò, in un determinato momento, costi quel costi, decide di denunciare e opporsi al male. Decide, unico fra tutti, di non chiudere gli occhi, di non far finta di non sentire. Decide di fare la scelta giusta, rischiando la sua vita e la sua felicità per cercare di costruire una società migliore che purtroppo lui mai vedrà.
Infine il testo è scorrevole e interessante, quindi penso che ne valga veramente la pena leggerlo e prendere esempio da Pereira, una persona normalissima come noi, che nonostante le difficoltà e i divieti imposti, non si è tirato indietro, facendo prevalere l’indifferenza, reagendo suo piccolo reagito.
