Laboratorio, Un libro tante scuole

Sostengo sia un abitudinario imprevedibile


Riccardo Colombo

Liceo scientifico statale Piero Gobetti - Torino

Nome Scuola

Liceo scientifico statale Piero Gobetti

Città Scuola

Torino

SOSTENGO CHE SIA UN ABITUDINARIO IMPREVEDIBILE

Quando qualcuno conduce una vita sedentaria, non necessariamente per sua volontà, e non è assolutamente vero che queste persone non fanno nulla! Anzi, spesso sono coloro che realmente
hanno tanto di cui occuparsi che non possono permettersi di vivere la normalità come tutti; essendo così presi dal lavoro e dalle faccende che non possono uscire di casa per godersi
l’esistenza! È una cosa che spesso capita di sentire e non è solo un indicatore di quanto si tenda a giudicare una persona ma anche di quanto spesso tendiamo a prevaricare con chi sembra più
debole di noi.
Il dottor Pereira ne è un chiaro esempio: è solo, abbandonato a sé stesso, con un lavoro da svolgere, una alimentazione non sana, divorato dal passato e poco stimolato ad aprire i suoi
orizzonti.
L’aiuto è ciò che manca spesso a chi si crea un rifugio nell’abitudine. Questi sono i primi a dover essere stimolati ed aiutati dall’esterno: basterebbe anche solo un amico o una famiglia che li metta
sempre di fronte a sfide quotidiane da affrontare col sorriso e la voglia di improvvisare per superare l’ostacolo.
Se pensiamo che il romanzo ci presenta un uomo che ha molti problemi di salute dovuti solo alla sua salute si comprende come questo sia il grave problema. Problema anche odierno perché
purtroppo ci sono sempre meno persone in grado di capire quando qualcuno avrebbe solo bisogno di parlare per uscire dalla situazione in cui si trova.
E per raggiungere questo obiettivo servirebbero più amici che non appena compaiono nella vita di un sedentario la cambiano radicalmente in meglio perché riempiono la sua giornata con tanta
novità e lo distolgono un po’ dal pensare con la sua testa aiutandolo a riconoscere le cose più autentiche e profonde.
Gli abitudinari come Pereira, non appena vengono aiutati, muovono i primi passi verso una nuova realtà: dal frequentare sempre gli stessi posti (per Pereira: casa, redazione, caffè Orquidea), ad
andare in zone per loro sconosciute. Anche loro si muoveranno per incontrare il loro “Monteiro Rossi”, per ascoltare un medico e le sue diagnosi, accettando di staccarsi per una settimana dalla loro quotidianità per dedicarsi alla salute. Sono tutti piccoli gesti a cui ne Pereira ne gli abitudinari sarebbero mai arrivati da soli.
Il fatto è che siamo noi i primi a dover essere pronti a metterci in gioco per aiutare chi veramente non ci riesce e ad aver pazienza di farlo cambiare in meglio per un futuro che si presenti migliore
per tutti. Non possiamo neanche immaginare come sia dura una vita come quella del protagonista e non spetta sicuramente a noi giudicare ciò che è giusto o sbagliato ma l’unico nostro compito è
evitare che prenda strade ancora più buie di quanto non abbia già fatto.

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