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“Il corpo” è un racconto scritto da Stephen King, pubblicato all’interno della raccolta “Stagioni diverse” nel 1982. Nonostante l’autore sia rinomato per i suoi romanzi horror, questo racconto non risulta essere troppo macabro a in quanto ritrae la vita di quattro adolescenti negli anni ‘60, anche se non significa che gli elementi cruenti siano del tutto assenti.
Infatti, i quattro giovani ragazzi si imbarcheranno in un’avventura: trovare il cadavere di un loro coetaneo, scomparso da giorni, che scoprono trovarsi nel bosco presso la loro cittadina. Partiranno allora alla ricerca del corpo. Durante il “viaggio” la loro determinazione e il loro orgoglio verranno messi alla prova.
I temi affrontati, quindi, sono molteplici: l’amicizia adolescenziale, le paure, e l’infanzia o, ancora, la crescita personale. Il genere dell’opera risulta quindi essere misto, sia di formazione che di avventura. Vediamo, infatti, i personaggi principali dell’opera crescere e cambiare, durante, ma anche in seguito all’esperienza che affronteranno. Ne è esempio la loro amicizia che andrà a spezzarsi poco dopo la fine del ‘viaggio’.
L’opera è coinvolgente in quanto la narrazione è in prima persona, dal punto di vista di Gordon (Gordie) Lachance, che ormai adulto decide di ripercorrere questo particolare momento della sua adolescenza. Nei panni di Gordie riusciamo subito a immaginarci le diverse scene e a provare delle forti emozioni come se anche noi facessimo parte di quel gruppo di amici. Proprio grazie a questa narrazione l’opera ha un tono riflessivo e intimo, lasciando però che lo stile resti semplice e il testo scorrevole.
Ho apprezzato molto questo racconto proprio grazie alla narrazione così coinvolgente che mi ha permesso di ambientarmi facilmente all’interno dell’opera. La storia inoltre mi ha sorpreso molto, grazie alle varie scene di azione che la rendono sempre più accattivante. La mia scena preferita è: “l’episodio del treno”, quando la vita dei giovani è improvvisamente in pericolo. La descrizione di quanto accade è chiara, semplice, ma nello stesso tempo estremamente avvincente al punto che anche al lettore sembra di “essere in pericolo”.
In conclusione, consiglio molto questo racconto a chi vuole approcciarsi sia al genere dei romanzi di formazione che di avventura, ma non la raccomando a un pubblico facilmente impressionabile in quanto, nonostante questa sia una dell’opere di Stephen King meno macabre o horror, rimangono presenti scene “forti” e piuttosto toccanti.