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IL LIBRO – Il corpo di Stephen King (da cui è stato tratto anche il film Stand by Me)
“Il corpo” è una storia scritta da Stephen King che parla di quattro ragazzi che decidono di mettersi in cammino per cercare il cadavere di un loro coetaneo scomparso. Quello che cercano davvero, però, non è un corpo: è qualcosa che li faccia sentire vivi, grandi, forse anche forti.
La parte che mi ha colpita di più è la fragilità di Gordie, che ha da poco perso il fratello maggiore e la sua famiglia sembra non notarlo più. Mi è rimasta impressa la scena in cui si rifugia con i suoi amici nella casa sull’albero: un posto dove si sente di nuovo al sicuro.
Mi ha fatto venire in mente quando, da bambina, io e i miei cugini abbiamo costruito una capanna con le tavole trovate nel garage del nonno. Per noi era una specie di regno. In fondo, lo era davvero.
PERCHÉ LEGGERE QUESTO LIBRO
Perché fa venire a galla emozioni dimenticate: infatti, leggendolo, mi è tornata in mente quando da piccole io e mia sorella ci divertivano a nasconderci sotto le coperte del lettone di mamma e papà. Mamma teneva sempre una torcia nel comodino, che noi usavamo per fare le ombre cinesi e per nasconderci dai nostri genitori, come se non potessero vederci… Quando nel libro i ragazzi camminano lungo i binari del treno, io li vedevo con gli occhi della me bambina: un po’ impaurita, ma curiosa di cosa il futuro avesse in serbo per me.
Questo libro fa esattamente questo: ti riporta indietro, in un modo dolce e un po’ malinconico.
A CHI PUÒ PIACERE QUESTO LIBRO
A chi ha avuto un’amica del cuore con cui si poteva stare in silenzio senza sentirsi mai soli. A chi si è trovato, almeno una volta, a guardarsi intorno e pensare: “Sto crescendo, ma non so bene come”.
A chi ama le storie che parlano di cose vere, senza effetti speciali, ma piene di emozioni che restano dentro.
È perfetto per chi, come me, ogni tanto si ritrova a sfogliare il diario di quando ero bambina per sentire di nuovo com’ero “allora”.
UNA FRASE DA TENERE A MENTE
“Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono le cose di cui ti vergogni, perché le parole le rimpiccioliscono.”
Quando ho letto questa frase, ho pensato a quella volta in seconda media in cui volevo dire a mia madre che mi sentivo sola, ma non ci sono riuscita. Ho detto che andava tutto bene.
Questa frase è esattamente quel nodo in gola che non riesci a sciogliere.
SE QUESTO LIBRO FOSSE UNA CANZONE, UN FILM, UNA SERIE
Sarebbe “A modo tuo” di Elisa, canzoni nostalgiche che rimembrano il passato.
Oppure un film come La prima cosa bella di Paolo Virzì, o L’estate di Davide, quei film italiani che parlano di adolescenza senza esagerare, con tenerezza e verità.
Una serie, Tutto chiede salvezza, per quel modo sincero di raccontare le fragilità.