Cime tempestose 2024, Laboratorio, Un libro tante scuole

La solitudine dell’amore


Michela Carbone 4A L. Classico

Polo Liceale Saffo - Roseto degli Abruzzi

Nome Scuola

Polo Liceale Saffo

Città Scuola

Roseto degli Abruzzi

La solitudine dell’uomo di fronte alla natura è un topos fondamentale della cultura romantica e di tutta la cultura occidentale. Nel romanzo della Brontë questo tema viene celebrato ma, nello stesso tempo, radicalmente capovolto. Nella concezione romantica la solitudine è una forma di libertà, nonché luogo mentale dell’esaltazione dell’io rispetto all’Altro (basti pensare al tema del titanismo, spesso evidenziato nella lirica di Foscolo o per il Frankenstein di Mary Shelley). In Cime tempestose osserviamo invece il fallimento di questo ideale romantico: l’esser soli consente di guardar meglio dentro sé stessi e di attingere alle proprie emozioni, con risvolti spesso ambivalenti. Se Mr. Lockwood all’inizio del romanzo confessa di desiderare solo la pace solitaria (“Ne ho abbastanza di cercare piaceri in società, non importa se in campagna o in città. Un uomo assennato dovrebbe trovar compagnia in sé stesso”), non esita a lasciar tutto e a tornare a Londra quando il racconto di Nelly gli illustra il pericolo di quell’essere compagno di sé stessi nella solitudine della brughiera. Analogamente, quando la solitudine è rifugio da una pena d’amore – come per Heathcliff e Hindley dopo la morte delle donne che rispettivamente amavano, Catherine e Frances – l’incontro con le proprie emozioni produce l’odio o la crudeltà e infine, la morte.

L’ambiente è un elemento fondamentale del racconto e si riallaccia alla visione lirica della natura tipica del romanzo romantico in cui alla contemplazione del paesaggio si contrappongono i moti dell’anima umana e i sentimenti che la governano. Così la brughiera rappresenta la parte selvaggia della storia insieme a WutheringHeights, teatro di emozioni forti come l’astio e la vendetta, contrapposta a Trushcross Grange abitata da emozioni più moderate che rispecchiano l’idea di civiltà.

A ricordare l’imprevedibilità e la forza della natura in contrasto con l’ordine dettato dalla civiltà, sono anche i personaggi in particolare Heatcliff che si lascia guidare dalla furia dei sentimenti a differenza di una più razionale Catherine, mentre Hareton si pone in bilico tra i due mondi, quello della ragionevolezza e quello dell’irrazionale, per poi trovare pace una volta diventato marito di Cathy. Dalla mutevole e pericolosa bellezza della natura si passa alle vibrazioni dell’anima con l’amore che pone l’accento su un’altra caratteristica del romanzo romantico: il titanismo dei sentimenti. Nell’opera della Brontel’amore assume diverse forme ma tutte sembrano essere impregnate di angosciosa tensione: c’è l’amore impossibile, quello autodistruttivo, l’amore che risponde alle convenzioni sociali e quello non corrisposto, l’amore che sfocia in vendetta, fino all’amore che diventa un tarlo trasformandosi in ossessione distruttiva. In Cime tempestose non c’è traccia di un sentimento appassionato che spinge l’eroe a salvare la sua bella perché l’amore ha più il sapore di una condanna per la quale non esiste altra cauzione oltre la morte.Ed è proprio la morte un altro tema ricorrente nel romanzo insieme alla vendetta, con la prima che diventa liberazione dalle angosce vissute e la seconda figlia del cieco orgoglio e della gelosia.

Cime tempestose può sembrare apparentemente un testo romantico ma è tutt’altro: è il romanzo di un amore mancato, di un’ossessione distruttiva, di una vendetta esemplare.

Ma è proprio la forza trascinante di una passione mai vissuta a fare di questo libro un capolavoro, un concentrato di sentimenti fortissimi, benché sempre negativi…portatori di cattiveria, violenza e follia.

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