Il corpo 2025, Laboratorio, Un libro tante scuole

Ci manca fare esperienza vera


Mia Mulassano 3ETE

Istituto Tecnico Boscardin - Vicenza

Nome Scuola

Istituto Tecnico Boscardin

Città Scuola

Vicenza

“Il corpo” di Stephen King è un romanzo che racconta di un viaggio di esplorazione intrapreso da quattro ragazzi alla ricerca del corpo di un altro ragazzino, Ray Brower, che hanno saputo essere stato investito dal treno a qualche chilometro dal loro paesino. Nel compiere il loro viaggio i quattro si troveranno davanti a molteplici difficoltà e avranno la possibilità di comprendere il valore dell’amicizia ma anche di esplorare temi come la morte e la violenza, mentre il loro ritorno a casa dopo l’esperienza segna la fine di una fase della loro crescita.
Negli anni ‘60 crescere era molto più difficile di oggi perché c’erano delle regole sociali piuttosto rigide, soprattutto relativamente alle aspettative – molto più precise – su come doveva comportarsi un ragazzo, un maschio: doveva essere coraggioso di fronte alle prove più dure e specialmente non doveva mostrare di essere debole. Ciò faceva sì che fossero accettati comportamenti anche violenti: nel romanzo succede per esempio che i quattro amici verranno picchiati da ragazzi più grandi perché li avevano preceduti sul luogo del ritrovamento. Questi ragazzi più grandi provocheranno loro lesioni gravi, ma vengono giustificati perché erano tutti ragazzi e le vittime dovevano “arrangiarsi” sennò venivano considerate “femminucce”.
Oggi, crescere è differente, perché i genitori sono molto più apprensivi e protettivi e difficilmente ti lascerebbero compiere a dodici anni un’avventura come quella dei quattro ragazzi. Ma più che il diverso atteggiamento dei genitori, un fattore che ha nettamente cambiato e in un certo senso impedito anche il modo di pensare e di socializzare è la tecnologia, che porta ad isolarsi e a comunicare solamente attraverso essa.
In effetti, un elemento in comune tra i due tipi di adolescenza è che bisogna risultare sempre all’altezza e se non lo sei vieni considerato inutile e poco interessante e puoi essere penalizzato in ambito sociale, soprattutto perché inizi a pensare di essere tu il problema dato che non riesci ad adattarti come fanno tutti gli altri, quando in realtà potresti avere altri talenti e interessi. Credo quindi che – sia in passato che adesso – manchino la libertà di espressione e di pensiero. Anche la scuola contribuisce a ciò, perché tende a omologare tutti gli studenti allo stesso ritmo e allo stesso tipo di apprendimento quando in realtà tutti hanno bisogno del proprio tempo. E non vuol dire che se sei più lento o prendi voti più bassi vali meno: è solamente uno stereotipo.
Personalmente questo romanzo mi è piaciuto perché mi ha fatto riflettere riguardo alla tematica dell’amicizia e soprattutto a quanto le relazioni siano mutate nell’arco degli anni.

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