Cronache, Internazionale a Ferrara tutto l'anno 2021

Non solo super donne: imperfezioni come virtù


Asia Santarossa e Matilde Gaspardo, Liceo M. Grigoletti Pordenone


Spesso si narrano storie di super donne, tralasciando il fatto che nessuno è perfetto e che l’eccellenza non è ordinarietà e normalità. In ogni cosa che vediamo e che ci viene raccontata, fin da bambini, tendiamo a identificarci nei modelli che ci vengono proposti. Le immagini dei media sono specchio di ciò che potremmo diventare e perciò è necessario che vengano rappresentati più ruoli possibili affinché ognuno abbia pari opportunità di avere qualcuno a cui aspirare. Troppe volte le donne vengono dipinte dai giornali come sole vittime o figure familiari (madri, zie, nonne…) e questo di certo non è incoraggiante per chi ascolta e cerca un ideale da seguire o una via per realizzarsi. Serve dunque un’informazione completa che parli di donne normali e delle loro vite quotidiane. Come ha detto Xanthe Scharff nell’incontro “Le ragazze sono forti” del Festival Internazionale di Ferrara il buon giornalismo è quello che dà voce a tutti. Secondo Tabitha St. Bernard-Jacobs, una delle ideatrici della Women’s March, per trovare le soluzioni ad un problema bisogna sempre ascoltare quello che le persone più vicine ad esse hanno da dire. Il patriarcato non è un tabù e, in particolare, per passare dalla consapevolezza di essere ritenute persone di serie B all’azione, le donne devono in primis chiedersi cosa possono fare per determinare un cambiamento. L’attivista ha ripetuto più volte che ciò che le ha permesso di avvicinarsi ai suoi obiettivi, è stato essere sempre la manifestazione della sua comunità. Per Hannah Jewell, invece, è stato fondamentale trovare sorellanza nei luoghi di lavoro, garante di conforto anche negli ambienti più ostili. ‘Alleanza‘ è stata una parola chiave tra i temi trattati durante l’incontro.  È infatti emerso quanto l’unione e la solidarietà tra donne possa portare, anche nell’ambito lavorativo, a un progresso e a soluzioni nuove, creative e vincenti. L’essere svalutate, considerate inferiori su più settori e spesso incatenate ad alcuni stereotipi, implica la necessità di creare luoghi e movimenti dedicati esclusivamente al genere femminile. Purtroppo, come dice Hannah, il mondo è uno spazio sicuro solamente per gli uomini e per questo solo quando le diseguaglianze e i cliché sulle donne saranno abbattuti, allora si potrà pensare all’abolizione delle famose case del femminismo, come la Casa Internazionale delle donne di Roma. Sconfiggere la disparità di genere in ogni ambito porterebbe benefici non solo a donne e uomini, ma anche e soprattutto, a tutte quelle persone non-binary, che non si riconoscono in un genere. Mettere da parte le differenze in ambito lavorativo tra maschi e femmine, e dunque più in generale il femminismo, non deve apparire come una minaccia per i giovani uomini e per le loro carriere ma, al contrario, un’opportunità per permettere a tutti di dedicarsi, oltre alle proprie passioni, anche alla famiglia. Molti uomini spesso sono oberati di lavoro e sotto sotto desiderano del tempo da dedicare ai loro figli per seguirli nella loro crescita e incoraggiarli. Al contrario molte donne confinate alla cura della casa, vorrebbero potersi mettere alla prova in nuove esperienze e progredire professionalmente. Intercorre tra le donne la volontà di essere infallibili, la costante paura di sbagliare e di non riuscire ad emergere, ma il fallimento è normale e, come sostiene Katty, è necessario promuoverlo come tale. Molto frequentemente, sentendosi sbagliate, le donne tendono a cercare di pensare e agire come gli uomini, convinte del fatto che sia l’unica strada possibile verso il successo. Tuttavia la diversità è forza e per quante differenze possono trasparire fra i generi, le soluzioni proposte in ambito lavorativo da uomo e donna sono ugualmente considerabili e potenzialmente valide. “Cercare di diventare qualcosa che non si è un ottimo modo per schiantarsi su un muro” afferma decisa la giornalista della BBC World News America, consapevole della necessità di re-immaginare il concetto di potere. Le donne dovrebbero poter perseguire i propri sogni liberamente e senza limiti. Ciò può avvenire solamente svincolando i ruoli dai generi e viceversa. Bisognerebbe infatti smettere di vedere le donne solo in quanto tali ma prima di tutto come persone. In conclusione il patriarcato non è a vantaggio di nessuno e difendere il carattere umano delle donne è un’esigenza di tutti.

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