18 maggio 2025, Cronache, Salone del Libro 2025

Matite, acquerelli e parole: quando i fumettisti si mettono a nudo


Matteo Enrico Zoggia, Mia Sole Zucchi

Liceo classico V. Alfieri - Torino

 

Oggi, 18 Maggio, al Salone del Libro, un manipolo di fumettisti si sono incontrati per dare vita a un racconto illustrato, in cui ognuno di loro si sedeva a turno alla cattedra e dava vita a un pezzettino del disegno mentre gli altri intrattenevano il pubblico chiacchierando tra loro. Dando vita così a una staffetta di disegni, emozioni, idee e stili.

Ad aprire le danze è stato ZeroCalcare, uno ZeroCalcare pensoso, con uno sguardo perso nel vuoto e con la foto del papa stretta tra le mani. Quando ciò viene fatto notare al pubblico scoppia una risata, ed è subito chiaro a tutti che non si tratta di una conferenza convenzionale. Ci troviamo nella sua testa, dove immagina i suoi fumetti in cui le scene si susseguono con un ritmo accelerato, “Il ritmo deve essere veloce, me lo immagino come una partita di ping pong” in cui ogni errore è un punto perso. Confessa che disegnare non lo diverte più come una volta e che ormai smarrito tra gli impegni, ogni cosa che fa deve avere uno scopo. “Se non disegno per tre giorni, sento però che mi manca ma nel momento in cui mi metto a disegnare per me o a fare altro mi sento inadempiente” dice. Jacopo Starace è il più indeciso tra tutti, gli piace disegnare? Sì e No, non lo sa. A volte si mette a disegnare volti dei passanti alle fiere, ma lo fa per lo più per allenamento, come lo definisce lui. Per lui la pausa caffè è un momento sacro, ecco perché ci sono spesso tazze, bollitori e teiere nei suoi fumetti. “Per me il caffè è un rituale, un momento di pace, ecco perché ne metto tanti!” spiega l’artista. Yi Yang trova ispirazione nelle lunghe passeggiate al parco, mentre guarda il vuoto e cerca di non pensare a niente, ma come dice lei “ è impossibile” e noi la capiamo, certe menti non smettono mai di pensare, è un flusso continuo di immagini e idee. Si circonda di persone, di amici, con i quali dice di arrivare ad avere dei dialoghi profondi e le “idee migliori”. Anche a ZeroCalcare le idee vengono all’aperto , ma non quando porta a spasso il cane perché deve stare attento che “non magni la m***a degli altri cani”. É quando va a correre, nutrendosi di musica come fossero barrette energetiche, che la sua mente sforna le idee. Idee che si manda da solo su WhatsApp, ma che puntualmente, quando rilegge non si ricorda cosa volessero dire.

C’è chi invece le idee le trova ai funerali: è il caso di Giulio Macaione che però non è sempre così macabro. “Altre idee mi vengono prima di addormentarmi ma a volte nemmeno me le annoto” così si difende l’artista.

A dare un tocco finale, ci pensa l’illustratore Alberto Madrigal, che a sorpresa si presenta sul palco. Con se porta un astuccio di acquarelli, per dare un tocco di colore al disegno comune degli artisti. “Ho provato a distruggere il loro disegno, proprio sotto i loro occhi” commenta ironicamente Madrigal, anche se agli occhi del pubblico non sembra affatto che lo abbia rovinato.

Il disegno ha preso forma, gli artisti sono chiamati dalla presentatrice a esporre ciò chevedono in esso. Il primo è sempre ZeroCalcare, che delinea una prima visione, rendendo poi più semplice agli altri immaginare il significato dell’illustrazione.

Più che un incontro, è sembrato un ritrovo tra amici, accomunati da un unica passione. Un appuntamento interessante, in cui ognuno di loro ha parlato di sé, e lo ha fatto come gli veniva meglio: disegnando. Anche quando non ne hanno più voglia. Anche quando non si ricordano più perché avevano iniziato.

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