11 maggio, Cronache, Salone del Libro 2024

L’inutilità del koala


Lucia Alescio, Ilenia Baiocato

Liceo Classico Vittorio Alfieri - Torino

Il dolore provato dai cari di una persona che ha scelto il suicidio si traduce in un assordante silenzio. Lukas Bärfuss, nel libro Koala, presentato nella Sala Internazionale del Padiglione 2 del Salone del Libro, fa germogliare delle riflessioni sulla nostra società paragonandola al mondo animale, partendo dal suicidio del fratello, “Koala”, posto come tramite tra la natura e l’umanità. Il koala è l’animale totem attribuito al fratello dell’autore dal gruppo scout a cui partecipava da ragazzo, ed è simbolo di pigrizia e staticità, preda facile e inerme, “inutile” agli occhi dell’uomo perché privo di alcuno scopo nell’ambiente che abita. “Un animale di cui vergognarsi” come afferma Bärfuss stesso.

Appare come una provocazione in una società che vede efficienza e lavoro come cardine della propria esistenza. Se nelle prime civiltà il lavoro era considerato una punizione, adesso è invece indicatore del proprio valore in quanto esseri umani. Un’azione volta a ricevere un premio che, all’interno di una società capitalistica, si traduce in una maggiore possibilità di consumo. Ed è questo ciò che incute timore del koala, la mancanza di ambire a ricevere una ricompensa.

Nella sua ultima pubblicazione, l’autore non segue un rigido schema, bensì offre spunti di riflessione su una vastità di temi che spingono il lettore a porsi interrogativi sulla violenza e sul rapporto fra l’essere umano e il mondo animale. Tramite la forza dei sentimenti, il lettore riesce a fare pace con l’idea del nulla e a empatizzare con il dolore dello scrittore. 

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