Portici di Carta 2022

Le voci della TerraMadre


Alessia Ferraris, Chiara Rodella


Questa mattina in occasione della XV edizione di Portici di Carta, il piano nobiliare di Palazzo Turati di Pertengo ha ospitato alcune autrici del “Concorso letterario nazionale lingua madre”. Il progetto permanente del Salone internazionale del libro e della regione Piemonte viene definito proprio da queste come un’ “opportunità di raccontare il mondo”.  

Le scrittrici spesso sono donne immigrate o straniere, ma non va dimenticato che è indirizzato anche a donne italiane che hanno occasione di confrontarsi con loro: è un’occasione che offre la possibilità di raccontare storie e culture diverse attraverso la scrittura. 

 

Le autrici premiate quest’anno sono state l’iraniana Mahnaz Hassanlou e la italo-francese Sofia Spennacchio

Mahnaz Hassanlou, classe 1988, si è laureata in architettura al Politecnico di Torino. Nei suoi racconti prende spunto dalle esperienze vissute nel laboratorio di pasticceria della famiglia del suo compagno. Il cibo è stato proprio il primo contatto con l’Italia, ciò che le ha permesso di “trasformare il dolore per la lontananza della famiglia in voglia di farcela”. Lo stesso titolo del libro, AliGhiero, fa riferimento al dolce che preparava insieme al signore Ernesto, proprietario della pasticceria. 

 

Sofia Spennacchio invece è figlia di mamma francese e di papà italiano,  vivendo quindi tra le tradizioni di due culture diverse e  appassionandosi così a tutto ciò che è lontano e esotico. Dunque non è un caso che anche il racconto Amsonie blu, con cui ha vinto il Premio speciale film festival, racconti dell’avanzata dei talebani in Afghanistan e della presa di Kabul dell’agosto 2021. Per farlo si è informata soprattutto attraverso i profili social e le testimonianze di alcune donne afghane; per cui, anche se i personaggi sono inventati, rispecchiano accuratamente la realtà. 

 

La protagonista è una giovane donna, Nadira, che nutre un legame profondo con la sua terra tanto da considerarla come una “seconda madre”, sentimento che anche Sofia condivide con le sue radici francesi. Lo stesso titolo del racconto richiama il nome di piccoli fiorellini blu a forma di stella che crescono in Afghanistan, simbolo di speranza e di vita

Il concorso offre dunque a tante voci la possibilità di esprimere “tutto quello che si può capire solo se si è in terra straniera”, cioè che la diversità è sempre sinonimo di arricchimento. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *