9 maggio, Cronache, Salone del Libro 2024

Le parole: ali verso la rinascita


Rizzo Martina e Shaban Aya

Liceo L. Ariosto - Ferrara

Chi non legge, a settanta anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto cinquemila anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’Infinito. Perché la lettura è un’immortalità all’indietro” , così affermava  Umberto Eco.

In che modo la lettura può, dunque, darci una nuova vita?

Di questo hanno dialogano Daniela Stramignoni, direttrice dell’associazione Pro Cultura Femminile, Marina Minella, traduttrice, Hasti Naddafi, studentessa di filosofia presso l’Università di Torino, Natalia Sangiorgio, attrice e fondatrice delle fondazioni LabPerm e L.U.P.A., e Luisa Giacoma, nelle vesti di relatrice, presso l’Arena Piemonte durante l’incontro “Protagoniste impreviste: l’italiano e i suoi sconfinamenti”.

Nonostante le numerose divergenze, le cinque donne sono accomunate da una rinascita avvenuta per mano della lettura.

È la giovane Hasti Naddafi a prendere parola e raccontare come imparare a  leggere a voce alta, reso possibile dal progetto “Leggere leggeri “ in collaborazione con “Lingua madre” da più di due anni, le abbia permesso di entrare in contatto con se stessa, superando i propri limiti in un processo di crescita. Con le parole tocchiamo infatti con mano le parti più fragili, nascoste e sconosciute di ognuno di noi, turbando ricordi, pensieri ed emozioni che ci travolgono con brutalità. Per tale motivo consiglia al pubblico di imparare ad estraniarsi da se stessi per poter comprendere a pieno le storie altrui, narrate attraverso le opere.

Tuttavia, vi sono casi in cui le parole non bastano: le lingue sono contenitori di memorie, culture e tradizioni e possono risultare intraducibili e inspiegabili in altri idiomi. Per tale motivo il mestiere dell’interprete  ha diverse responsabilità, secondo due approcci alla lettura: il primo, razionale, che vede lo studio di sintassi e punteggiatura, ed il secondo, più empatico, che si domanda come rendere in modo il più fedele possibile ciò che è stato scritto in lingua originale, senza stravolgerne il significato.

Spesso si ricorre all’immaginazione, immergendosi nei panni degli altri, in una vera e propria vita immaginaria: così facendo, si abbatte ogni barriera, inclusa quella linguistica.

Ansie e paure scompaiono insieme alla pesantezza del significato che si cela dietro ogni singola parola, permettendo al lettore di calarsi in un mondo estraneo, dal quale trarrà un importante insegnamento personale.

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