Cronache, Salone del libro 2021

La ricerca dell’indipendenza con Javier Cercas


Paolo Cagna, Chiara Orzelleca, Liceo classico Vittorio Alfieri


Oggi, 14 ottobre 2021, il Salone Internazionale del Libro ha ospitato lo scrittore e saggista spagnolo Javier Cercas, che ha presentato il suo nuovo romanzo Indipendenza.

Si tratta del secondo capitolo di una dilogia noir-giallo, che può però essere letto in maniera indipendente. Il tema attorno al quale ruota la narrazione è la ricerca della patria, intesa non come paese, bensì come ricerca dell’io e congiunzione con i propri lieti ricordi e i propri cari, o come diceva Voltaire “dove si è liberi”.
A cimentarsi in quest’impresa è Melchor, poliziotto appassionato di libri, dal passato da tossico-dipendente e madre prostituta. Ad alcuni anni dalla morte della moglie, dovrà tornare a Barcellona da sua figlia Cosette, dove affronterà un compito molto arduo: occuparsi del ricatto della sindaca della città. Ancora segnato nel profondo dal rimorso per non aver trovato gli assassini di sua moglie, Melchor sarà costretto a entrare nelle stanze del potere, dove regnano il cinismo, l’ambizione sfrenata e la corruzione.
Compirà così un appassionante viaggio interiore attraverso il quale troverà la sua vera persona, all’insegna di furia, dolore, violenza e ritorno dei suoi fantasmi.

«La letteratura è forma». Secondo Cercas infatti, il lavoro di uno scrittore è trovare la forma, e grazie a questa arrivare a dire cose che prima non riusciva a dire.
Andare alla ricerca di un buon libro da scrivere per riuscire a comunicare quello che avevamo veramente intenzione di dire. «Uno scrittore deve avere coraggio e correre dei rischi».
Verso la conclusione, si è toccato il tema della letteratura pretenziosa e solenne, contro la quale Cercas si è scagliato definendola “irreale” e “non libera”. Il lettore non deve essere guidato e indirizzato dallo scrittore nel suo pensiero riguardo a un’opera, bensì, come ha dichiarato l’ospite, «Il libro viene scritto metà dal lettore e metà dallo scrittore».

l miglior destino della letteratura è quello di essere popolare, di arrivare a tutti.

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