Cronache, Internazionale Ferrara 2022

Inferno digitale, viaggio al termine di un click


Lucia Cavazzini, Elena Zimelli


Sono stati gli ultimi 30 anni che hanno visto il boom del mondo digitale, una realtà virtuale che è sempre più difficile distinguere da quella reale e alla quale è necessario, oggi più che mai, dare materialità

Internet, la rete informatica a livello planetario che permette la connessione di reti locali e banche dati, è invisibile e impalpabile: Guillaume Pitron apre un’inchiesta durata due anni per ricostruire la mappa dell’infrastruttura costituita da cavi sottomarini, satelliti e data center. Una simile costruzione può essere considerata la più grande e invasiva realizzata dall’uomo. L’autore ha raccolto con le sue ricerche un materiale così ricco che ha deciso di scrivere un libro Inferno digitale (Luiss University Press, 2022), presentato a un evento del  Festival di Internazionale di Ferrara, a presentare. 

“Internet non è stato pensato per proteggere l’ambiente”, dichiara il giornalista Pitron. L’inquinamento causato dal suo utilizzo è talmente impercettibile ai nostri occhi da permetterci un ingenuo sovrasfruttamento del web

Il libro di Pitron è reso accattivante dall’autenticità della sua cronaca: lui stesso ha insistito sul suo ruolo di “reporter” nel trascrivere ciò che aveva visto. Il giornalista ha infatti seguito l’intero percorso di un like visitando con o addirittura senza permessi numerose filiali delocalizzate nelle zone più remote del globo. In questo modo ha catturato l’interesse del lettore portandolo alla scoperta dei luoghi geografici investiti dallo sviluppo delle reti.

L’argomento principale dell’incontro, è stato l’immenso data center di Facebook nella Lapponia svedese, paragonabile a una creatura che respira, consuma energia e continua a crescere sfruttando l’aria gelida polare per velocizzare i processi di raffreddamento della centrale. 

Un data center è come un’immensa memoria connessa che offre una capacità di archiviazione ingente, un’adeguata protezione a intrusioni e un’operatività costante. Una delle conseguenze più immediate che possono venirci in mente è quella dello stato di precarietà dei lavoratori, occupati 24 ore al giorno a garantire il continuo funzionamento del “grande archivio silenzioso”, vitale per il capitalismo dei multimiliardari. 

Esiste anche un altro mestiere per i dipendenti di queste aziende: il moderatore di contenuti, un “lavoro che nessuno vorrebbe fare”. I moderatori hanno un compito: quello di scrutinare la piattaforma ed eliminare contenuti violenti, razzisti, discriminatori, sessualmente espliciti e complottisti. Questi lavoratori sono considerabili come vere e proprie vittime in quanto rischiano di subire danni permanenti non solo alla vista, dato il lavoro di attenzione maniacale che impedisce di staccare gli occhi dallo schermo, ma anche sul piano mentale, dal momento che passano ore e ore a vedere immagini violente che poi si ripresentano nei loro sogni.

A questa gravissima problematica sociale, si aggiunge quella ambientale. Infatti uno dei principali punti vincenti dei numerosi apparecchi elettronici che occupano le nostre scrivanie, è il loro lato estetico “lineare ed etereo” che ne nasconde la conformazione costituita da materie prime “grezze e sporche” come il petrolio. Ė questo aspetto esteriore armonico che fa percepire “leggeri” i nostri dispositivi che in realtà hanno un impatto ambientale insostenibile.

Grave, sempre da questo punto di vista, è l’esagerato numero di dati che produciamo e il consumo compulsivo che ne facciamo. Una sola mail contenente un allegato arriva a produrre 20 g di CO2. E una macchina nuova con le emissioni a norma? 118 g di CO2 al km. Questo significa che una sola mail equivale a poco più di 110 m percorsi in auto.

Quali sono le soluzioni a questo problema? Può essere la gratuità di numerosi servizi a spingerci al sovraconsumo? 

“Dobbiamo cambiare la nostra mentalità nell’uso della tecnologia: non siamo solo utenti ma anche cittadini”, conclude  Guillaume Pitron.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *