Cronache, Salone del Libro 2023

Hip hop tra carcere e strada


Giancarlo Tummolo e Caterina Barberis

Liceo classico Vittorio Alfieri - Torino

Certe realtà si muovono al di fuori della legalità. Sicuramente possono essere problematiche, ma sono da conoscere a fondo per essere comprese appieno.

Così viene raccontato nel podcast Illegale, produzione Emons Record, di Kento, pseudonimo di Francesco Carlo. Il rapper italiano, amante della street culture, ha tenuto il 19 maggio 2023, seconda giornata del SalTo23, un incontro per presentare non solo il suo nuovo podcast, uscito appena il 28 aprile 2023, ma anche il libro Barre, edito da Minimum fax.

In entrambi, il musicista racconta la “controcultura” delle nostre città: ciò che accade attorno a noi ma che non siamo in grado o non vogliamo vedere. Da anni Kento si impegna tramite l’arte a sensibilizzare riguardo ad un mondo molto diverso da quello che viene raccontato dai media: quello del carcere minorile.

Kento è convinto che l’arte, in qualunque sua forma, sia lo strumento che i ragazzi possono usare per esprimere il meglio di loro stessi e il lato che il mondo si è rifiutato di vedere. Il rapper aiuta i giovani in difficoltà, tramite laboratori organizzati nei carceri minorili, a far emergere il valore che altrimenti sarebbe rimasto sotto sentimenti di paura e rabbia, scaturiti dalle angosciose mura dalle quali sono ogni giorno circondati e dagli echi degli ordini e dei giudizi degli adulti.

L’artista sostiene che sia importante conoscere le varie sottoculture nere e sudamericane che fanno da base alla musica rap e hip hop, ovvero quelle che nel 1973, nelle periferie americane, tra povertà e illegalità, hanno fatto nascere giovani talenti che hanno dato vita ad un nuovo mondo musicale. Collegandosi a ciò, ci racconta della realtà nascosta delle carceri minorili italiane, nelle quali entrano solo il 2% dei ragazzi colpevoli, cioè coloro che il rapper definisce “gli ultimi, chi non ha niente, ma non i più colpevoli”.

Kento conclude l’incontro affermando che i destinatari del suo podcast Illegale e del libro Barre non sono coloro che il carcere l’hanno vissuto ma chi invece non l’ha mai visto.

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