Cronache, Portici di Carta 2023

Dov’è l’elefante?


Vittoria Bianco, Bianca M. Pozzobon

Liceo Classico Alfieri - Torino

Sembrerebbe una domanda banale e invece per rispondere si parla di deforestazione e inquinamento marittimo. L’avreste mai detto?

La sala Turinetti delle gallerie d’Italia in piazza san Carlo ha ospitato oggi alle 15:45 la conferenza di Barroux, scrittore e illustratore francese. A presentarlo è la casa editrice fiorentina Clichy con le sue colonne portanti: Tommaso Guerrieri, direttore editoriale; Maria Pia Secciani, responsabile collana per l’infanzia e Guido Acornero, imprenditore e fondatore del Salone internazionale del Libro di Torino. La Clichy nasce con pubblicazioni di autori stranieri dell’infanzia, per poi svilupparsi anche su filoni narrativi per adulti. Ad oggi ha pubblicato cinque collane di cui quattro per adulti e una per l’infanzia di cui venti albi di Barroux. L’autore parigino nasce come illustratore ma, a seguito di alcuni rifiuti di altre case editrici, diventa poi anche autore.

Attraverso un linguaggio fatto di acquerelli e forme rotonde, Barroux inserisce nelle opere tematiche importanti e difficili. Come negli albi “Dov’è l’elefante” e “Dov’è la stella marina” dove la ricerca interattiva di particolari delle tavole sono in realtà una scusa per raccontare la deforestazione e l’inquinamento dei mari. Oltra questi argomenti Barroux sviluppa temi come l’incontro con l’altro, l’identità di genere e il superamento degli stereotipi in età infantile. Ritroviamo tutto ciò anche nella sua prima, ma di certo non ultima, graphic novel per adulti “L’ombra che mi cammina accanto”.

Lo stile inconfondibile di Barroux si declina ogni volta in decine di palette di cori differenti: questo perché; ogni racconto ha bisogno che le sue illustrazioni siano coerenti con la storia e il suo significato; e l’autore di non annoiarsi.

“Ma quanto è figo il lavoro dell’illustratore!” Testuali parole. “Ma anche il lavoro creativo ha bisogno di una sua applicazione e di un approccio serio, un rigore nelle forme e nell’immaginazione”. Oltre al costante esercizio per ottenere risultati di qualità, l’arista deve sapersi rinnovare con il passare del tempo e trovare un proprio metodo. Ma come si fa esattamente? La mano va da sola, ma la mente e l’immaginazione vanno alimentati con la cultura e l’informazione e in questo consiste il metodo: mai smettere di imparare perché le idee arrivano da fuori e da ciò che ci circonda.

 

Guarda l’intervista a Barroux

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *