16 maggio 2025, Cronache, Salone del Libro 2025

Cosa succede quando guardiamo un quadro?


Ilenia Baiocato, Caterina Garello

Liceo Classico Vittorio Alfieri - Torino

“Cosa succede quando guardiamo un quadro?”: questa la domanda di apertura dell’incontro  L’arte da leggere di oggi, 16 Maggio. Melania Mazzucco, curatrice della sezione arte del Salone del Libro di Torino, e il critico e designer Riccardo Falcinelli discutono della trilogia scritta da quest’ultimo (Cromorama, Figure, Visus, Einaudi Editore), in cui vengono trattate questioni centrali sulla recezione e l’interpretazione dell’arte. I volumi sono ricchi di immagini in dialogo con il testo e sono proprio le prime a essere al centro della riflessione per come ci parlano e per che cosa dicono di noi. “Vediamo ciò che sappiamo e ciò che sappiamo ci aiuta a vedere”, afferma Melania Mazzucco. La nostra esperienza dell’arte è infatti fortemente influenzata da quella personale. Come esposto dall’autore nei suoi libri, ogni opera d’arte nasce da un desiderio, da una mancanza, da un’esigenza di tenere con sé un pezzo di qualcuno che non c’è più o che non ci sarà più. Il rapporto con l’arte è dunque spesso dettato dalla nostalgia e dal pensiero della morte

Anche il contesto sociale, oltre all’esperienza personale, condiziona la lettura e la creazione dell’arte. Basti pensare al sorriso, che passa dall’essere considerato pari all’emissione d’aria di un rutto, all’essere una prerogativa della spontaneità, per arrivare ad oggi, in cui esso è diventato quasi un obbligo per nascondere tutto ciò che non è espressione di (apparente) felicità. Oppure ancora al nudo, che al maschile prende forma, fin dal rinascimento, nel ritratto verticale, che dà al soggetto una profondità psicologica, mentre al femminile è generalmente un’immagine orizzontale, paragonabile a quella di un paesaggio, di cui si ammira la bellezza, ma in cui non si cerca un’interiorità.

Melania Mazzucco conclude la conferenza chiedendo all’autore cosa sia la bellezza oggi. Falcinelli risponde che nel tempo è sorto un malinteso in relazione all’arte, per cui attualmente tendiamo a sovrapporre la bellezza estetico-contemplativa a quella erotica.

È vero, “ci siamo evoluti per guardare gli altri, non i ritratti”, ma forse osservare un’opera d’arte può aiutarci a guardare più a fondo in noi stessi.

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