Cronache, Salone del Libro 2023

Melania Mazzucco e l’arte delle donne


Beatrice Bettin e Elisabetta Fort

Liceo M. Grigoletti - Pordenone

Sabato 20 maggio 2023 Melania Mazzucco è stata ospite al Salone del Libro di Torino per presentare il suo nuovo libro “Self portrait” (Einaudi). L’incontro si è svolto presso la Pinacoteca Agnelli, nuova location dedicata alla manifestazione. 

La scrittrice si è resa conto, quando le è stato commissionato l’allestimento di una mostra, di aver presentato solo tre artiste femmine. Alla luce di ciò, Melania si è interrogata sul ruolo marginale delle donne nella storia dell’arte: nessuna è diventata un’icona e  pochissime sono rimaste nella memoria collettiva. Nei secoli, l’arte è divenuta tale in una sola visione maschilista; Melania ha dunque deciso di indirizzare la sua opera con l’obiettivo raccontare le donne attraverso l’arte: nasce cosi Self-Portrait. 

Melania Mazzucco avvia l’incontro con le opere che lei definisce “l’esordio” del suo nuovo libro: il dipinto “Porzia che si ferisce la coscia”, di Elisabetta Sirani, diventa il suo prologo. In questo quadro, Porzia è una giovane donna che ha un grande talento: la pittura. Diventa così una fanciulla prodigio, anche per la volontà del padre, dal momento che era anche l’unico modo esistente all’epoca per studiare e per permettersi di praticare una professione di tale livello. Quest’ultimo diventa dunque il promotore del talento della figlia, trascinandola così nel mondo dei pittori della Bologna del XVII secolo. Porzia è rappresentata in un gesto estremo che ricorda la sua eterna fedeltà al marito: come lei è capace di sopportare il dolore fisico, sarà ancora più forte nell’affrontare quello morale poiché la vita di coppia significa anche condividere sofferenze, in modo che siano più leggere per entrambi. Così Melania Mazzucco definisce questo il “quadro manifesto” della sua raccolta di opere, in quanto promotore e simbolo del riscatto della figura femminile. 

Un altro tema trattato dalla scrittrice è stato quello della rappresentazione del nudo maschile da parte delle donne, che appare talvolta imperfetto a causa del mancato studio anatomico (per loro proibito) e all’impossibilità di ritrarre modelli in posa. 

Mazzucco prosegue, presentando anche i dipinti di suor Plautilla Nelli e Berthe Morisot: entrambe hanno avuto dei talenti eccezionali, che le hanno fatte spiccare in un mondo dominato dalla presenza maschile. Giorgio Vasari nel 1568, parlando della predisposizione di Plautilla, ha detto: “avrebbe fatto cose meravigliose [Plautilla Nelli] se avesse potuto studiare”. A distanza di anni, lo stesso collega della pittrice era consapevole della posizione di inferiorità delle donne e dell’accesso limitato all’istruzione. Un commento simile è stato poi lasciato da Manet nei confronti di Berthe Morisot: “peccato che non sia un uomo”. Questo è la testimonianza che la pittrice fu molto apprezzata dal suo pubblico maschile ed anche capace di affascinare con i suoi dipinti che celebravano la maternità e la femminilità nella sua piena espressione. 

Melania Mazzucco conclude il suo intervento con Giosetta Fioroni, che nell’opera rappresenta due versioni di sé: una a nove anni e l’attuale Giosetta che si tengono per mano, senza lasciar capire a chi osserva quale delle due figure stia accompagnando l’altra. “Giosetta con Giosetta a nove anni” è una rappresentazione inedita che lancia un messaggio al suo pubblico: bisogna restare connessi alla propria infanzia, che ci tiene ancorati all’inizio di tutto e ci accompagna fino alla fine. 

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