Cronache, Salone del Libro 2022

C’era una guerra


Maria Faudella, Gabriele Tagliarini (Scuola Media Peyron) 1H


“Non siamo solo scrittori, ma siamo quello che abbiamo scritto”.

Così inizia Eros Miari, venerdì 20 maggio, all’Arena Bookstock del Salone del Libro, dove abbiamo assistito ad un incontro con tre scrittori che hanno raccontato della Seconda Guerra Mondiale attraverso i loro libri.

 

Il primo, Francesco D’Adamo, vincitore del premio Cento con La Storia di Iqbal, ci racconta attraverso Giuditta e l’Orecchio del Diavolo, la vicenda di una ragazza ebrea e cieca, Giuditta, scampata alla cattura dei Nazisti e adottata da Caterina, la moglie di un partigiano “Sandokan”.

Non è una ricostruzione storica, ma un romanzo nato dalla fantasia dell’autore per raccontare della Resistenza.

 

Andrea Satta ci spiega con un racconto vero la storia di suo padre, antifascista, che fu mandato nel campo di concentramento di Lengenfeld e che oltrepassò il posto di blocco russo una volta finita la guerra, suonando La Fisarmonica Verde, che ha dato il titolo al libro.

Ci sono voluti quindici anni per scrivere questo libro, perché ha dovuto cercare informazioni sul padre che non aveva raccontato delle sue disavventure; aveva trovato anche una lettera che parlava di un’esperienza tremenda che il padre aveva vissuto, quella di vedere il suo capannone bruciare con tutti i suoi 40 compagni dentro, mentre lui era stato mandato a raccogliere le patate.

 

Infine Daniele Susini ci parla di Ti racconto Marzabotto, la storia di Franco Leoni Lautizi, uno dei pochissimi sopravvissuto alla strage all’età di sei anni e morto a 82 anni l’anno scorso.

È la vita di un orfano dopo la guerra  che ci spiega cosa vuol dire essere “vittime”, ma imparare a non odiare.

 

Questo è l’esempio di tre racconti diversi che parlano della stessa guerra.

 

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