10 maggio, Cronache, Salone del Libro 2024

Asli Erdogan, autrice di ‘Tutte le ore e nessuna’


Ainda Fasulo e Sara Feltrin

Liceo Scientifico Statale M. Grigoletti - Pordenone

‘Le voci riescono a penetrare questo guscio che sono, così immagino me stessa.’ così racconta la scrittrice e attivista per i diritti umani, in esilio da più di 30 anni Asli Erdogan. L’autrice del libro ‘Tutte le ore e nessuna’, viene accusata, nel 2003, di essere una donna immorale e nello stesso anno subisce un lutto. Questi due eventi la portano ad avere una visione particolarmente pessimistica della vita, arrivano ad affermare che lei si trova più a suo agio ad immaginare la morte piuttosto che la vita. I suoi libri, infatti, hanno due funzionalità: una catartica, che l’aiuta a superare il lutto e una di confronto con il senso di morte stesso. La scrittura di questi libri è anche un modo per riportare le voci ancestrali che sente, trasmesse di generazione in generazione, partendo dall’antico Egitto. A ispirarla sono proprio dei sussurri, che le parlano in turco, la sua lingua madre, ma che stanno sparendo dato il lungo periodo di lontananza dalla sua città natale. Discutendo il suo rapporto con il paese che la ospita, l’autrice afferma che non prova alcun risentimento nei confronti dell’Europa, nonostante la sua mancanza di casa dovuta alla malattia. Infatti, proprio nella comunità europea, ha imparato gli ideali per cui tuttora si batte. Riconosce, inoltre, il privilegio di essere stata liberata dopo una condanna a vita, quasi provandone rimorso. L’incontro si conclude con una metafora: siamo come un seme, da esso può nascere un albero bellissimo.

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