Adotta uno scrittore, Adotta uno scrittore 2023, Laboratorio

La parola come medicina


Rebecca Fineschi, Samuele Gavuglio, Ludovica Martini, Lidia Rossi

Liceo Classico Andrea D'Oria - Genova

“Se io non capisco me stesso, come può farlo qualcun altro?”
A rispondere è Paolo Milone, psichiatra e autore di “L’arte di legare le persone“, un libro che con semplicità, affronta una realtà complessa come quella del reparto 77. Infatti lui racconta di come lo psichiatra, oltre ad avere competenze scientifiche, sia una persona in grado di empatizzare con il paziente, riuscendo a mettere da parte se stesso, ascoltando l’altro. Lo psichiatra è un aggancio alla realtà per la parte sana di ogni persona, troppo spaventata dal caos che ha nella mente per poter ragionare.

“Come riescono gli psichiatri ad affrontare il peso del loro lavoro?”
Anche se nell’ideale comune gli psichiatri sono considerati come forti e ben strutturati, in realtà sono persone che hanno sofferto, e per questo motivo sono invogliate ad aiutare chi soffre. Questo mestiere richiede molta empatia, il che lo distingue dalla psicoanalisi: la psichiatria si propone di eliminare il disturbo al fine di riportare la persona nella condizione della guarigione, la psicoanalisi ha come obbiettivo la trasformazione della persona, nel senso di farla diventare più adulta.

“Può un linguaggio semplice e metaforico aiutare a comprendere la realtà?”
Un linguaggio complesso con la pretesa di descrivere tutta la realtà, rischia di filtrarne una parte, andando a perdere dei particolari. Invece, un linguaggio più semplice, cattura la realtà che verrebbe trascurata. Un dolore psichico è difficile da spiegare a parole, così si ricorre alla metafora, la quale compara il conosciuto con l’ignoto. Grazie a questa, il paziente riesce a figurare la malattia, la quale risulterà meno vaga.

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