Il volto delle mafie nel 2022 è benevolo e suadente, ma il DNA è sempre quello della prevaricazione che fa delle loro attività una grande “lavatrice” per il denaro sporco. Così il prefetto Ruberto all’Arena Bookstock giovedì 19 maggio al Salone di Torino introduce Pif, Gian Carlo Caselli e Maria Josè Fava referente di Libera Piemonte, coordinatrice dell’incontro. Caselli ricostruisce gli eventi salienti della storia della mafia dall’Ottocento e ricorda che alla morte del generale Dalla Chiesa, lo Stato rispose con l’approvazione della legge La Torre che impose la confisca dei beni ai mafiosi. Fu poi don Luigi Ciotti fondatore di Libera, il primo firmatario della legge 109/96 di iniziativa popolare, densa di proposte per la riqualificazione di beni confiscati al fine di renderli beni “comuni”, perché -dice Caselli- per farne “cosa nostra, bisogna ragionare con il Noi e non con l’Io”.